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Voto italiani all'estero, il Pd perde un mare di militanti fuori dall'Italia: il centrodestra si presenta unito

Giovanni Ruggiero
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Le batoste elettorali per Matteo Renzi potrebbero arrivare anche da fuori i confini italalici. Il crollo clamoroso con il quale il Partito democratico sta facendo i conti ogni volta che esce un nuovo sondaggio riguarda anche gli italiani all'estero, proprio quelli che almeno al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 lo avevano graziato col 64,7% di voti per il Sì. Per approfondire leggi anche: Sondaggio, la notizia che la Meloni aspettava: i numeri che la incoronano L'emorragia di voti Pd all'estero era già cominciato lo scorso dicembre, quando il senatore Claudio Micheloni, leader dei dem euroepi, ha mollato la "ditta" per passare con Liberi e Uguali di Grasso e Bersani. A seguire starebbero arrivando anche i militanti in America Latina, soprattutto in Argentina, oltre che Stati Uniti e Canada, almeno secondo il deputato LeU Nicola Stumpo. Leggi anche: Sondaggio Mentana, il dossier sul tavolo del vertice di Arcore E mentre sul fronte sinistro, i partiti fanno a gara per ammazzare gli ex compagni, nel centrodestra ha preso corpo l'idea di presentare una lista unitaria che concentri al massimo gli sforzi su e pochi e selezionati candidati: "Per essere competitivi - ha detto il senatore forzista Paolo Romani - abbiamo deciso di stare insieme, con candidati comuni e un solo simbolo, che è in via di definizione". I presupposti per un trionfo del centrodestra anche all'estero ci sono tutti.

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