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Renzi al Lingotto: "Sfida è tra noi e 5 Stelle"

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Torino, 13 gen. - (Adnkronos) - "Non è importante il nome di chi andrà a Palazzo Chigi, l'importante è che sia del Pd. Noi siamo una squadra". Così Matteo Renzi al Lingotto. "E' una partita di squadra - ha ribadito Renzi - è importante che a Palazzo Chigi vada il Pd, non per il Pd, ma per l'Italia perché se ci vanno gli altri abbiamo visto cosa hanno fatto". SFIDA CON M5S- "La sfida non è tra noi e il centrodestra, ma tra noi e i 5 Stelle" dice Renzi al Lingotto di Torino, facendo riferimento alle prossime elezioni politiche. "Lo dico ai moderati che hanno paura dei 5 Stelle - ha aggiunto - l'alternativa non è il centrodestra, ma il Pd. Perché o arriviamo prima noi o arrivano prima i 5 Stelle". "L'incompetenza è il nostro avversario da battere alla prossime elezioni politiche del 2018", ha spiegato l'ex premier, aggiungendo che "noi siamo gli unici a poter mettere in sicurezza il Paese". In merito al centrodestra, invece, ha commentato: "Il centrodestra si presenta come un'alleanza solida ma è l'alleanza dello spread". ROMA - "A me di Spelacchio non interessa granché - ha spiegato Renzi - Il punto non è se è bello o brutto, ogni spelacchio è bello a mamma sua. Il punto non è se è bello o brutto ma che se costa il doppio di altri alberi è un problema di incompetenza". PD - "Non è importante il nome di chi andrà a Palazzo Chigi - ha aggiunto l'ex premier - l'importante è che sia del Pd. Noi siamo una squadra". "Siamo la forza e il coraggio di questo Paese - ha proseguito - quindi andiamo a vincere queste elezioni, andiamo a giocare questi 50 giorni all'attacco e non sulla difensiva". "Possiamo fare un appello al voto utile alla sinistra, così come possiamo farlo sui moderati - ha spiegato Renzi - i moderati lo vedono il bicchiere mezzo pieno e lo sanno che quelli che oggi tornano come fosse niente e promettono miracoli sono gli stessi che hanno governato per decenni senza risolvere nessuno dei problemi. Noi siamo quelli che possono mettere in sicurezza i loro figli. Ma non possiamo fare la campagna elettorale solo sul voto utile". SONDAGGI - "I leader i sondaggi li cambiano non li inseguono - rimarca Renzi -. Guardate le ultime elezioni: nel 2013 Bersani, nel 2008 Veltroni, nel 2006 Prodi, nel 2001 Rutelli. Anche nei 50 giorni prima delle elezioni del 2013 i sondaggi dicevano cose totalmente diverse, ci davano 11 punti in più di quelli presi...ma se ci si crede le cose si cambiano". "Per cambiare, però, bisogna alzare il livello della discussione" conclude.

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