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Treno deragliato Pioltello, Matteo Salvini: "Colpa dei tagli del governo". E il Pd lo insulta: "Sciacallo"

Andrea Tempestini
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Sciagura ferroviaria a Milano, dove a Pioltello è deragliato un treno di pendolari proveniente da Cremona: il bilancio è di 3 morti, tutte donne, e decine di feriti. Una sciagura che ha colpito un convoglio Trenord a causa del cedimento di una rotaia. E la disgrazia diventa subito un caso anche politico. Ad accendere la miccia è stato Matteo Salvini: "Ogni volta che si parla di interventi economici a Roma, c'è una riga sui tagli al trasporto pubblico locale - ha affermato il leader della Lega Nord -. Magari in questo caso c'è stato un errore umano, ma forse prima di arrivare ai treni, alla sicurezza e alla manutenzione bisognerebbe valutare dove tagliare. In Italia - ha concluso intervistato a Mattino Cinque - gli sprechi da tagliare sono tanti". Leggi anche: Treno deragliato, la dinamica: "Cosa è successo davvero" Salvini, dunque, individua delle responsabilità per la sciagura: i tagli imposti dal governo. E il Pd e la sinistra, subito, insorgono. Per primo Walter Verini, capogruppo Pd in commissione Giustizia alla Camera: "Non c'è da stupirsi del comportamento da sciacallo di Salvini che anche di fronte alla tragedia di Pioltello, non esita a speculare sul dolore per i morti e i feriti", ha affermato. Dunque ricorda come "lo ha già fatto due anni fa quando Bruxelles fu sconvolta dagli attacchi terroristici". Dunque Emanuele Fiano, il promotore della legge che ha inasprito la legge di apologia di fascismo: "Qualcuno ha già cercato di fare campagna elettorale sui morti di Pioltello. Mi dispiace io non sarò mai all'altezza del cinismo di Salvini e ne sono ben contento. Cordoglio per i morti, la magistratura accerti le responsabilità. Non si può morire per andare a lavorare", ha scritto su Twitter. Infine, per pescarne un'altra dal mazzo, ecco Simona Malpezzi, parlamentare Pd: "Che Salvini fosse uno sciacallo lo sapevamo e oggi ne abbiamo la conferma. Mentre i soccorritori stanno lavorando tra le lamiere del disastro di Trenord, Salvini specula dimenticandosi che questo è il momento del silenzio e del dolore". Leggi anche: Treno deragliato, ecco chi sono le tre vittime Insomma, vietato cercare delle responsabilità per la sciagura ferroviaria. Peccato però che poco dopo la Cei abbia preso, di fatto, le stesse posizioni di Salvini. I vescovi hanno parlato per bocca di Nunzio Galantino, il quale ha affermato: "Il deragliamento del treno dei pendolari con morti e feriti deve rappresentare un allarme da prendere sul serio, perché questi episodi si stanno moltiplicando". E ancora, Galantino ha espresso la partecipazione della Chiesa "al dramma che si accompagna a questi eventi, per la perdita di vite umane. Ma - ha aggiunto - con la dovuta partecipazione, noi vescovi come cittadini dobbiamo augurarci che questi eventi ci insegnino che la sicurezza non è un capitolo tra gli altri, nel quale si risparmia a spese delle persone. È un prezzo troppo alto quello che si sta pagando con il dolore per le perdite e la fatica di sopportare queste cose". "Vorrei richiamare - ha poi concluso il segretario della Cei - l'urgenza e necessità che chi di dovere metta testa e cuore al tema della sicurezza". Parole con cui Galantino, di fatto, conferma quanto detto da Salvini: i tagli hanno un peso su quanto accaduto. Parole contro le quali però - scommettiamo? - nessuno dirà nulla.

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