Matteo Salvini, la Lega non ha i soldi per stampare le tessere
Lega che correrà alle elezioni non sarà quella fondata da Umberto Bossi, ma la Lega per Salvini Premier venuta alla luce a metà dicembre, con tanto di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Un'operazione che serve a creare un partito parallelo e che è destinato a sostituire il Carroccio vecchia maniera, ormai oberato dai debiti e minacciato dalla spada di Damocle di nuovi pignoramenti dei conti. Il tutto è figlio del processo a Bossi e all'ex tesoriere Francesco Belsito, a cui è contestata la malagestione dei fondi pubblici. Per ora al partito sono stati confiscati circa 3 milioni di euro, ma un pm genovese aveva chiesto il congelamento di una cifra ben superiore. Circa 50 milioni. Leggi anche: Salvini, la mossa a sorpresa: dove candida Umberto Bossi Dato che nuovi problemi potrebbero concretizzarsi da un momento all'altro, Salvini ha deciso di dare un taglio alla vecchia creatura dando vita a una scialuppa di salvataggio. Che non potrà essere aggredita economicamente. Il passaggio non sarà indolore, ma che qualcosa di grosso stia bollendo in pentola è testimoniato anche dalle tessere del partito per il 2018. Non sono ancora state stampate per due motivi. Primo, non ci sono i soldi per pagare la loro realizzazione. Secondo, non c'è chiarezza sul partito a cui Salvini chiederà di iscriversi. E domani, al tribunale civile di Milano, un giudice deciderà se l'elezione di Matteo all'ultimo congresso federale è stata legittima oppure no. Un seguace di Gianni Fava, sfidante di Salvini in quella competizione, ha infatti presentato ricorso elencando una serie di presunte irregolarità. Una grana in più, nel bel mezzo della contesa sulle liste. Il risultato, però, è aver moltiplicato il nervosismo di Salvini. Che ha deciso di salvare Umberto Bossi, candidandolo al Senato, ma ha fatto piazza pulita della minoranza interna. Fava, nonostante le pressioni del territorio della sua Mantova, è finito fuorigioco. E perfino altri profili, che pure hanno criticato la linea salviniana evitando toni troppo accesi, rischiano di restare a casa. Un esempio significativo è il presidente del Copasir, il bergamasco Giacomo Stucchi. Salvini prova a dimenticare le polemiche interne avvertendo Berlusconi: «La legge Fornero va cancellata. La prima legge che il centrodestra cancellerà è la legge Fornero. Su questo non c'è discussione aperta possibile». E poi: «Patti chiari, amicizia lunga. Io ho preso un impegno personale con gli italiani. Il centrodestra intero l'ha sottoscritto. È una legge ingiusta che porta povertà e disperazione. Non esiste costringere gli italiani ad andare in pensione a 67 anni» conclude. di Matteo Pandini