Il presidente nel mirino

Sergio Mattarella, l'ambasciatore Giorgolo: quella brutta amnesia sulle foibe. Perché a loro il Quirinale è vietato?

Eliana Giusto

Nel giorno della Memoria delle vittime dell'Olocausto, il presidente Sergio Mattarella ha "giustamente" celebrato i morti e "accolto i pochi sopravvissuti e i congiunti di ebrei italiani deceduti per mano nazista". Ma il giorno del Ricordo delle vittime italiane delle Foibe e dell'Esodo, sottolinea Gianfranco Giorgolo, ambasciatore, in un editoriale su il Tempo, ha tenuto chiuse per il quarto anno consecutivo le porte del Quirinale (che invece Ciampi e Napolitano avevano aperto).  Leggi anche: Toni Capuozzo e le foibe: "Come uccisero gli amici di mio padre..." Insomma, i nostri connazionali uccisi dai partigiani slavi con la connivenza del partito comunista italiano sono vittime di serie B. In un comunicato del Quirinale Mattarella ha affermato essere state le Foibe e l'Esodo "una tragedia provocata da una pianificata volontà di epurazione su base etnica e nazionalista... di una violenza ingiustificata e inqualificabile", scrive Giorgolo. "Ma accomunare poi le azioni degli eserciti italiani e tedeschi in una durissima occupazione nazi -fascista sembra voler attribuire all' Italia crimini commessi dalla Germania ed ancor più dalle orde partigiane di Tito nel confronti di Serbi, Croati, Sloveni e Bosniaci anticomunisti, come ampiamente documentato ma ripetutamente ignorato o finanche negato da molte istanze nostrane".