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Decadenza, Bondi: "Se il Pd insiste su voto palese a rischio governo"

Il falco azzurro lancia l'allarme perché i dem hanno già pronto il giochino per impallinare Berlusconi. M5S in soccorso. Giallo sulla data del voto

Michele Chicco
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Se il Pd dovesse insistere sulla richiesta di voto palese il governo sarebbe a rischio. Parola di un falco azzurro doc: Sandro Bondi. "Il fatto che il Pd si dichiari a favore del voto palese, a dispetto del regolamento vigente, della prassi parlamentare e dei principi più elementari posti a salvaguardia della libera coscienza dei parlamentari - ha detto Bondi -, è una vergogna e si spiega solo con la volontà da parte del Pd di mettere in discussione quel minimo di coesione e di rispetto reciproco su cui si può fondare una alleanza di governo". Parole forti che preannunciano uno scontro acceso a Palazzo Madama quando verrà calendarizzato il voto sul Cavaliere. Voto che ci sarà non prima del mese di novembre, visto che la giunta per il regolamento del Senato, riunita oggi, si è limitata a nominare due relatori, Annamaria Bernini (Pdl) e Francesco Russo (Pd) che dovranno riferire il 29 ottobre. Lo stesso giorno dovrebbe esserci la decisione, che potra' essere presa all'unanimita' o a maggioranza. Alleanza M5S/Pd - Bondi se l'è presa con i democratici perché in Giunta per il regolamento il Pd sta puntando ad un cambiamento radicale della prassi istituzionale: vorrebbe imporre voto palese in aula quando in gioco non ci sono conseguenze giudiziarie dirette. Il ragionamento dei democratici è semplice: quando bisogna solo ratificare una sentenza passata in giudicato si potrà votare (da ora e per sempre) con voto palese. La giustificazione con i colleghi di maggioranza è altrettanto semplice e pronta: "E' solo un caso - si dice al Nazareno - che sia Belrusconi l'interessato numero uno". Questa ipotesi, targata Pd, piace al M5S: loro puntavano ad abolire in toto il voto segreto, ma per far saltare Silvio possono anche accettare un compromesso del genere.  Ma quando? - In attesa di capire cosa deciderà la Giunta per il regolamento, la calendarizzazione del voto sulla decadenza del Cavaliere, per ora, slitta. Sarebbe dovuta essere entro 20 giorni dal voto della Giunta per le elezioni (avvenuta il 4 ottobre), ma pare non sia nel calendario d'aula di fine ottobre, approvato oggi dai capigruppo. E quindi? Due gli scenari all'orizzonte: primo, potrebbe essere riconvocata nei prossimi giorni l'assemblea dei capigruppo per piazzare il voto su Silvio; secondo, quel voto potrebbe slittare a novembre e poi chissà. Tutto, ora, è nella mani del Pdl che potrebbe rispolverare le armi dell'ostruzionismo. Verso voto segreto - "Vi e' unanimita', cosi' si e' pronunciato il presidente Pietro Grasso, nel ritenere non percorribile la strada della modifica dell'art.113 del Regolamento che, ove attuata rappresenterebbe una modifica 'contra personam'". Lo dice Francesco Nitto Palma (Pdl), parlando con i giornalisti al termine della riunione della Giunta del Regolamento del Senato dedicata alle proposte di modifica del Regolamento, fra cui quella M5S per l'abolizione del voto segreto. "Si e' ragionato - ha aggiunto Palma - su una possibile intepretazione delle norme. M5S evidentemente ritiene che questa questione riguardi l'integrita' del Senato e non la votazione sulla persona, e si e' risposto che l'art.113 terzo comma parla espressamente di una votazione comunque riguardante la persona e questo deporrebbe per il voto segreto e ci si è aggionati al 29 ottobre". 

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