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Luigi Di Maio, il "golpe" dentro il Movimento 5 Stelle: i candidati che fregheranno il premier dopo il voto

Giulio Bucchi
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Chiamiamolo "golpe" contro il Movimento 5 Stelle. La verità è che il candidato premier Luigi Di Maio ha bluffato. "Tutti coloro che erano in posizioni eleggibili nelle liste per i plurinominali hanno già firmato il modulo per la rinuncia", aveva assicurato riguardo ai candidati coinvolti nello scandalo Rimborsopoli. Secondo quanto risulta al Messaggero, però, "almeno uno dei candidati nel plurinominale non ha abdicato e molti altri non ci pensano nemmeno per idea". Leggi anche: Sospetto grillino, "manina dietro lo scandalo" Sono 14 finora i "rinnegati" che potrebbero entrare in Parlamento il 4 marzo. Silvia Benedetti, capolista alla Camera nel listino Veneto 2, non ha sottoscritto alcuna rinuncia, mentre Andrea Cecconi, capolista alla Camera nel listino Marche 2 e candidato nel collegio uninominale di Pesaro, risulta ancora irreperibile ma chi lo conosce assicura che "a farsi da parte non ci pensa". Così come la senatrice uscente Elisa Bulgarelli. E anche chi ha promesso di dimettersi in caso di espulsione (Carlo Martelli, Emanuele Cozzolino, Maurizio Buccarella e Giulia Sarti) probabilmente non abbandonerà mai il Parlamento, perché il resto degli onorevoli potrebbero avere tutto l'interesse a respingere le loro dimissioni (come accaduto in questa legislatura con il senatore grillino Vacciano, dimissioni respinte 5 volte) per tenere nel Gruppo misto di Camera e Senato delle mine vaganti. E nei collegi uninominali fa rumore la "resistenza" di Salvatore Caiata e del massone Catello Vitiello, che assicura: "Il M5s me lo ha chiesto, ma non ho mai firmato e mai firmerò". E l'altro massone David Zanforlini giurava: "Mi devono uccidere per farmi ritirare". 

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