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Luigi Di Maio, il pressing e i toni del leader del M5s irritano il Quirinale

Eliana Giusto
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C'è irritazione al Quirinale per il pressing di Luigi Di Maio e per i toni sempre più alti usati dal Movimento 5 stelle. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si mantiene paziente e al di fuori della campagna elettorale ma sa, riporta il Corriere della Sera in un retroscena, che dopo il voto, soprattutto il 23 marzo quando si insedierà il nuovo Parlamento, la partita sarà completamente nelle sie mani. Leggi anche: "Non è che...". Dal Quirinale la frase che annienta la carriera di Di Maio premier Certo, fino a quella data, il presidente voleva stare tranquillo. Invece niente. E ieri domenica 25 febbraio, ci si è messo anche Alessandro Di Battista che ospite di Lucia Annunziata e scandalizzato dall'ipotesi che il presidente non affidi a lui il compito di formare l'esecutivo, ha posto questa domanda: "Non è scontato dare l'incarico di governo a chi vince le elezioni? Allora mi sta dicendo che non c'è democrazia in questo Paese?". Del resto, sarà difficile che il presidente della Repubblica chiami Di Maio come pretende Di Battista. Perché se la sua ricerca di una maggioranza non andasse a buon fine il rischio sarebbe di tornare al voto.

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