Vittorio Sgarbi, l'indecenza del generale dei carabinieri Costa: "Si dimetta"
Luigi Di Maio sperava di spiazzare avversari, ed elettori, con l'annuncio a sorpresa di proporre il generale dei carabinieri, Sergio Costa, come prossimo ministro dell'Ambiente. Quel che ha ottenuto il grillino è stato però solo un moto generale di indignazione per aver tirato in ballo un ufficiale dell'Arma, un moto capeggiato da Vittorio Sgarbi che ora ne chiede le dimissioni. Leggi anche: Di Maio altro disastro, come è riuscito a irritare Sergio Mattarella Il critico sul Giornale è quasi incredulo di fronte all'idea del candidato premier grillino, oltre che suo avversario di collegio: "Ma il contegno - si chiede Sgarbi - la disciplina, il senso delle istituzioni e dell'onore sono, per sempre, perduti?". Quel che più ha lasciato sbigottiti è che Costa non ha neanche provato a prendere le distanze: "Da servitore dello Stato - ha detto - qualora il premier incaricato ritenesse di indicarmi come possibile ministro dell'Ambiente, mi renderò disponibile". Sgarbi dice di non crederci, anche perché il generale di fatto coinvolge l'intera Arma dei carabinieri e anziché farsi da parte, si è limitato a prendere una licenza fino al 6 marzo. E invece, secondo il critico: "Avrebbe dovuto dimettersi immediatamente, accettando la scommessa sul futuro ministero, cui si dice pronto - dice Sgarbi - fuori di ogni regola condivisa e in piena competizione elettorale".