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Matteo Salvini sfida Silvio Berlusconi: Lega sopra Forza Italia, il Cav: sei chiacchierone come Renzi

Giovanni Ruggiero
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Matteo Salvini è calatissimo nel ruolo d' aspirante premier tutto Vangelo e pragmatismo. E così, quando a Matrix gli chiedono dell' Europa, non offre punti che possono terrorizzare le Cancellerie: «Non vorrei che dopo averci rimesso, entrando nell' euro, ora ci rimettessimo di più uscendo dall' euro, come si dice "cornuti e mazziati", una cosa a cui non ci sto». Frasi che mitigano la presenza, tra i candidati, di campioni della lotta a Bruxelles come il professor Alberto Bagnai o Claudio Borghi Aquilini. Anche se, poche ore dopo, chiarisce meglio il suo pensiero: «Entrare nell' euro è stato un errore. Oltre ad averci rimesso entrando, non voglio rimetterci anche uscendone. Se poi cambia il nostro modo di stare in Europa, se ci restiamo da pari a pari tra le nazioni, allora viva l' Europa». Oggi, ore 15, Roma, si raduna il centrodestra: il segretario leghista, Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi. La tensione è palpabile, perché ognuno vuole prendere più consenso degli altri. La leader dei Fratelli d' Italia sogna d' essere «la prima donna premier». Mentre il Cav ha paragonato il leghista a Matteo Renzi: entrambi «sono bravi, belli e chiacchieroni». Leggi anche: Il piddino Romano sfotte Berlusconi: "Ti dico io chi è il leader del centrodestra" CONTO ALLA ROVESCIA A pochi giorni dal voto del 4 marzo, i leghisti si danno di gomito parlando di sondaggi riservatissimi: in alcuni collegi, per esempio in Lombardia, il centrodestra avrebbe un largo vantaggio sul centrosinistra. Ma, di rilevazione in rilevazione, nel Carroccio si sono convinti di poter addirittura superare il Berlusca su scala nazionale. Salvini sorride: «Stiamo vincendo le elezioni perché la Lega ha un progetto concreto, non per l' estremismo. Quando dico prima gli italiani, quando la Boldrini dice razzismo, io dico che è buonsenso. Se ho una casa popolare, io quella la do prima a un italiano». E poi, ancora più esplicito: «Supereremo il 15% e saremo la prima forza del centrodestra». Nello specifico, «saremo primi in Veneto, Lombardia, Piemonte e avremo un consenso mai avuto nelle zone rosse, in Toscana, Emilia, e tanta fiducia da uomini e donne del sud». Un buon umore così travolgente da non essere scalfito dagli attacchi del centrosinistra e non solo. Anzi. Tra i leghisti è diffusa la sensazione che le bordate siano conseguenza dell' imminente successo elettorale. E quindi nessuno, nel quartier generale di via Bellerio a Milano, s' è scomposto per l' iniziativa del movimento cittadino Avaaz: a Napoli ha mandato in giro un finto Salvini col cartello: «Ho detto che puzzate. Ora voglio il vostro voto. Perché no, terroni?». IL NOCCIOLO Salvini va al nocciolo: «Il Pd sta governando da sei anni, io sono all' opposizione. Di Renzi non mi fido più e io non vedo l' ora di essere messo alla prova. Noi per dover rispettare le regole europee siamo gli ultimi in Europa. Io chiedo agli italiani il mandato per andare a Bruxelles e decidere quando mandare in pensione la gente». Iniziano a girare i primi nomi in vista di un possibile governo a trazione leghista. Tra gli altri, spunta Franco Frattini: «Aspettiamo il voto» dice l' interessato. «Salvini premier? No, ci vuole una guida moderata» frena Raffaele Fitto di Noi con l' Italia, che pure è alleato della Lega. «Salvini, come Di Maio, è un salto nel buio» attacca Maurizio Martina del Pd. Da Roma, Roberto Maroni prova a smorzare le polemiche col proprio leader. Dopo aver firmato l' accordo preliminare per l' autonomia, Bobo ha escluso tensioni: «Alla campagna elettorale di Matteo do 8, andiamo d' amore e d' accordo». Ma Salvini, dalla Gruber, dice che Maroni «mi ha detto di voler riposare». Ergo, non farà parte dell' eventuale governo. di Matteo Pandini

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