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Sergio Mattarella, i dieci motivi per cui il presidente della Repubblica non scioglierà le camere

Giovanni Ruggiero
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Nonostante i dati dell'affluenza al voto siano alti, l'esito del voto secondo gli esperti produrrà un sostanziale pareggio tra i principali gruppi parlamentari. In condizioni normali, se nessuno di questi sarà in grado di garantire una maggioranza capace di sostenere un governo, si dovrebbe tornare alle urne, sfruttando possibilmente la finestra elettorale aperta fino a giugno. Secondo quanto riporta il Tempo, però, buona parte dei parlamentari che stanno per essere eletti sanno bene che al voto non si tornerà così facilmente, vuoi per la resistenza che molti di loro faranno ad abbandonare la poltrona, vuoi per la volontà del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, più orientato a evitare lunghi periodi senza un Parlamento attivo. Leggi anche: Minzolini, il retroscena su Napolitano: perché è rimasto "sorpreso" per la reazione di Mattarella con Di Maio Il quotidiano romano è certo di quel che accadrà dopo il voto, individuando ben dieci motivi validi: 1) Mattarella vorrebbe evitare nuove elezioni subito dopo il 4 marzo, tentando fino all'ultimo di mettere in piedi una maggioranza di governo. Davanti a lui le opzioni non mancherebbero, anche se dovessero far saltare le coalizioni che si sono presentate agli elettori. 2) Jean Claude Juncker si è di fatto sbilanciato sul tema, l'Europa non gradirebbe nuove elezioni. 3) Un'altra campagna elettorale vuol dire instabilità sul futuro dell'Italia, un termine che ai mercati finanziari non piace per niente. 4) Andare al voto costa, tanto per lo Stato, quanto per i candidati. 5) C'è l'incognita "voltagabbana", più o meno 60 parlamentari pronti a garantire il sostegno a qualsiasi tipo di governo, purché non vengano sciolte le Camere. 6) Non mollerebbero neanche i grillini all'ultimo mandato, che non vedrebbero di buon occhio una seconda occasione di sedere in Parlamento per pochi mesi. 7) La legge elettorale andrebbe cambiata, visto che il Rosatellum rischierebbe di portare al pareggio anche una seconda volta. 8) Gli elettori potrebbero vendicarsi, prendendosela con chi ha saputo garantire stabilità e un governo dopo mesi di litigi. A quel punto le intemperie finanziarie sarebbero ingestibili. 9) I precedenti in Europa non sono dei più felici, vedi i casi di Spagna e Grecia che, tornati al voto, sono stati costretti a larghe intese forzate per formare il governo. 10) Pecunia non olet, soprattutto per i senatori, visto che a palazzo Madama è ancora necessario fare metà del mandato per maturare il vitalizio. Per questo in pochi avrebbero voglia di rinunciare al proprio posto prima del dovuto.

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