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Renato Brunetta: "Il Pd ci appoggi sui nomi per le presidenze delle Camere"

Eliana Giusto
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"Non essendoci una maggioranza, le presidenze" di Camera e Senato "non potranno appartenere entrambe allo schieramento dei vincitori. Verosimilmente, una andrà alla componente più orientata a sostenere, esplicitamente o implicitamente, programma e governo di centrodestra. Penso soprattutto al Pd". Che dice di no. Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, spiega: "Tra le parole e i fatti c'è la politica. Stiamo cercando di capire se il Pd sarà pronto a darci una qualche forma di appoggio. Esistono tante formule: astensione, appoggio esterno, non sfiducia...". Leggi anche: Partiti i contatti tra Lega e M5S per la presidenza delle due Camere In ogni caso, "gli esiti dell'elezione della seconda e della terza carica dello Stato formeranno la base politica e istituzionale per l'avvio delle consultazioni. E lì entrerà in gioco il presidente della Repubblica". Sergio Mattarella dovrà sciogliere un nodo molto ingarbugliato: "In passato, davanti a situazioni complicate il capo dello Stato invitava il presidente della Camera o quello del Senato a fare da esploratore". Ma ora Mattarella non può avere dubbi: "La nostra coalizione ha più voti e più parlamentari, e la legge elettorale filosoficamente premia le coalizioni". "Abbiamo convenuto prima del voto che il partito della coalizione con più consensi avrebbe espresso il nome, e ora spetta alla Lega. Il candidato è Matteo Salvini; ma potrebbe anche essere qualcuno che lui indicherà, sempre dentro un metodo di consenso". Brunetta non vuole però escludere come interlocutore il Monvimento 5 stelle: "In politica non si deve mai dire mai. Però, per la loro natura e per le cose che hanno detto non solo negli ultimi giorni, si sono autoesclusi. Credono di essere il centro del mondo, ma non lo sono: non hanno la maggioranza assoluta e hanno pochissimo potere di coalizione".

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