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Silvio Berlusconi, il retroscena proibito: "Caro presidente, vaff***", chi lo insulta in faccia dentro Forza Italia

Giulio Bucchi
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Mattinata ad altissima tensione a Palazzo Grazioli. Tra i mille retroscena sul vertice tra Silvio Berlusconi e Forza Italia, il più succoso (e violento) è quello del Fatto quotidiano, che senza mezzi termini riferisce di insulti e crolli nervosi davanti al Cavaliere. Sono le ore in cui si decide non solo il futuro del centrodestra, ma pure l'esistenza stessa degli azzurri per come sono stati fino a oggi. I più agguerriti nel richiedere la linea dura contro Matteo Salvini sono secondo il Fatto Paolo Romani e Renato Brunetta, preoccupatissimi di finire come agnelli sacrificali sull'altare dell'intesa (anche di governo) tra Lega e Movimento 5 Stelle. Quando Berlusconi, dopo l'ira iniziale (e il comunicato sull'"atto ostile a freddo") contro Salvini per la candidatura di Anna Maria Bernini sembra cedere all'alleato, sarebbe arrivato lo sbotto di Brunetta e Romani, senza precedenti: "Caro Presidente ma vattene a fare in culo, noi ce ne andiamo e ci facciamo un altro partito". Risposta implacabile dell'ex premier: "Bene, vorrà dire che senza di voi Forza Italia prenderà il 5 per cento in più". E i due capigruppo si alzano e se ne vanno. "Cacciati", sottolinea il Fatto. E una volta arrivato al Senato per le votazioni, il "trombato" Romani avrebbe rincarato la dose, sfogandosi così: "Quello è ormai rincoglionito e bollito". "Quello - conclude il Fatto - è il Presidente di cui sopra. Silvio Berlusconi".

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