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Luigi Di Maio, anche la Chiesa ora lo lecca: c'è dietro l'8 per mille

Matteo Legnani
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Tanti si affollano nel corteo che circonda con ceri votivi e flabelli il piccolo imperatore di Torre Annunziata. Auspicano due cose: di aver indovinato il corso della storia italica, e che a questo punto il leader del M5S, Luigi «Giggino» Di Maio ce la faccia, e una volta chiuso il portone di Palazzo Chigi in quel cortile ci siano anche loro. Una storia quella di venire in soccorso del vincitore, saltandogli sul carro con la borraccia di champagne o di acqua santa. Il nostro Salvatore Dama fornisce l' elenco di sindacalisti, artisti, attori, persino capitani d' industria protesi a familiarizzare con i nuovi arrivati nell' empireo dove si gioca coi destini del popolo. Ma quelli ci interessano di meno. Sono personaggi ed in alcuni casi personalità che riescono a portarsi a stento sulle loro spalle la propria storia personale e quella dei loro cari. Per cui riteniamo la cosa trascurabile, benché umanamente comprensibile, e moralmente veniale. La Chiesa in Italia ha tutto un altro peso. Qui tiene banco da circa duemila anni. Può piacere o essere detestata, ma se si sposta è come se una cattedrale si scostasse dalle sue fondamenta. Ed ecco che lo fa. I campanili si sono inchinati sotto i lumini di Cinque Stelle. C' è da scandalizzarsi? D' accordo. La Chiesa è sempre stata filo-governativa e non c' è da stracciarsi le vesti: lo fa per esigenze di libertà. Lo ha fatto anche sotto regimi dittatoriali, e sotto il suo ombrello si sono rifugiati in tanti. Non vuole dare pretesti alla persecuzione. Il nuovo Cesare - Non lo fa per opportunismo, ma in ottemperanza saggia al detto di Cristo: «A Cesare quel che è di Cesare». Che è un modo interessante per impedire che il re o il leader politico si sostituisca a Dio, e dunque non rompa troppo le scatole inserendosi nella ragione sociale di Spirito Santo e partner. Fin qui ci siamo. Non so perché però «Date a Giggino quel che è di Giggino» suona come una traduzione esagerata del Vangelo, un po' fuori squadra. Eppure è questa la storia in cui ci stiamo imbattendo. È proprio davvero così? Fino a che punto? E perché? Queste sono le tre domande a cui, più che quattro righe del sottoscritto, saranno le prossime mosse della Conferenza episcopale e soprattutto della Segreteria di Stato vaticana a fornire materiale per la risposta. Lasciamo perdere il Papa, che in faccende italiche non vuol entrare proprio, ma di certo alcuni in suo nome forse non hanno benedetto esplicitamente i Cinque Stelle, ma di certo hanno tirato sassi al centrodestra. Non è un' opinione, ma constatazione unanime che nei confronti dei 5 Stelle un certo devoto (peraltro furbescamente ricambiato) ossequio sia stato cominciato ben prima della loro ascesa plausibile ai vertici dello Stato. Mai sono apparsi in discorsi della presidenza della Cei o su organi ufficiali o ufficiosi della Chiesa rimproveri alle posizioni scalmanate di Di Battista su unioni civili, utero in affitto, fine vita. Tanto meno c' è stato alcuno scostamento dalle scombiccherate tesi assistenzialiste dei seguaci di Luigi Di Maio o di Roberto Fico. Asimmetricamente invece ecco aspri rimproveri alla Lega non pronunciati da comprimari, ma dai vertici: il tutto per aver agitato non la falce o il martello, ma il rosario. Questo sostegno nei fatti, oggi si palesa come neutralità finta, ma in realtà simpatizzante per un' alleanza governativa tra Di Maio e il Pd e Leu. Un Partito democratico derenzizzato e piuttosto gentilonian-franceschiniano. Insomma: in questo caso non si cerca un modus vivendi con chi ha le redini del Paese, ma ci si premura di lisciare chi ancora non ci è arrivato, oliando i meccanismi per rendere possibile ciò che prima pareva impensabile. Senso pratico - Ci domandiamo. Perché questo flirt. Invece del bacio sui muri che raffigura Di Maio e Salvini, forse andrebbe proposto quello tra Di Maio e un vescovone. Ma quale? il cardinal Bassetti e monsignor Galantino? Impossibile. Pochi italiani hanno in mente un volto di prete, tranne quello del Papa, di don Mazzi e di don Ciotti. La domanda è: e se fosse il bacio di Giuda? E chi dei due sarebbe Giuda? Dove stanno le compatibilità? Un disegno comune? Com' è noto un antico detto popolare dice: «Se non puoi sconfiggere il nemico, fattelo amico». E forse la Chiesa ragiona in senso pratico. L' 8 per mille fornisce oggi circa un miliardo di euro l' anno. L' esenzione dall' Imu per gli edifici di culto e quelli ad essi connessi è una questione vitale. Qui non abbiamo nessuna voglia di banalizzare. Non è questione di ingrassare i preti, ma di tenere aperte e ben funzionanti strutture educative e di aggregazione di ragazzi e giovani che altrimenti avrebbero per unica occupazione fuori dalla scuola la strada e il web, che sono entrambi sinonimi di giungla. E la Chiesa cattolica in Italia ormai non sposta consensi partitici, ma la sua benevolenza ha una portata che esce dai confini nazionali. Logico che Di Maio cerchi un voto, anzi un ex-voto di scambio. Quanto alla Lega, dopo che tra i suoi parlamentari ha imbarcato i capi del family day, non fa paura ai vescovi, e di Berlusconi si fidano. Per questo la Chiesa non si è sognata di scagliare anatemi contro il neo-paganesimo delle tesi di Gianroberto Casaleggio ed erede. Ma benedirne i seguaci, pare a tanti un po' troppo. di Renato Farina

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