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Consultazioni, Maurizio Martina si sfila dal governo: "Restiamo in minoranza"

Gino Coala
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Il segretario reggente del Partito democratico, Maurizio Martina, si tira fuori da un possibile coinvolgimento nel governo. Dopo il secondo giro di consultazioni al Quirinale, Martina ha ribadito l'intenzione di "fare la minoranza parlamentare", invitando comunque "le forze che hanno prevalso al voto del 4 marzo di smetterla con tatticismi estremi e finti litigi".  Martina ha negato quindi ogni tipo di coinvolgimento del Pd nel prossimo esecutivo, soprattutto dopo che sia alla Camera che al Senato al suo partito sono stati negati tutti i ruoli che già non spettassero per obbligo di regolamento: "Non c'è stato spazio per un confronto plurale che mettesse dentro anche la nostra responsabilità in questa fase delicata che il parlamento sta vivendo. Finiscano i tatticismi e i litigi, le forze che hanno prevalso dicano se sono nelle condizioni di affrontare il quadro che l'Italia deve affrontare, al pari degli altri Paesi. Ogni atteggiamento, come quello dei giorni scorsi, è inaccettabile. Così come lo è aspettare le elezioni regionali, come se fosse un regolamento di conti tra questo o quel partito. Di cosa stiamo parlando? Bisogna essere all'altezza".  Nell'intervento di Martina si è affacciata anche la minaccia della guerra in Siria e la posizione che l'Italia dovrà tenere nel quadro internazionale: "Siamo preoccupati per le reazioni sulla vicenda complicata che hanno avuto alcune forze politiche. Se qualcuno vuole cambiare il quadro delle alleanze dell'Italia, lo dica. Noi rimaniamo nel quadro della cooperazione internazionale, e l'Italia ha sempre confermato questa scelta".

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