Renato Mannheimer: "Perché il Pd rischia la doppia scissione"
Mentre "si intravedono dei punti di contatto" tra M5s e Pd, i due partiti sono lacerati dalle "divisioni interne". E "non si tratta solo della leadership", scrive Renato Mannheimer nel suo editoriale su Il Giornale, "anche nelle basi elettorali di entrambe queste forze politiche ferve la discussione, con toni e accenti anche molto vivaci". Leggi anche: Renzi va in tv, esplode il Pd. "Martina furibondo", poi... Chi chiede la testa di Matteo Nei "partiti coinvolti" ci sono "fratture molto profonde che non si rimargineranno tanto presto e proseguiranno nel tempo. Da questo punto di vista, si può ipotizzare nel medio periodo un vero e proprio processo di ampliamento e di radicalizzazione delle divisioni interne, che non esclude una possibile scissione che potrebbe coinvolgere sia il Pd sia il Movimento Cinque stelle". La situazione più complessa riguarda il Pd. Al cui interno, sostiene Mannheimer, "si contrappongono" "due anime politiche, spesso con intenti programmatici radicalmente differenti e diverse visioni sul modo di gestire il Paese. Tanto da avere spinto alcuni leader (ad esempio Carlo Calenda) a preannunciare le proprie dimissioni nel caso di un accordo col M5s". Se questa eventualità dovesse concretizzarsi, "una parte minoritaria del partito potrebbe probabilmente giungere alla decisione di separarsi e formare una forza politica e, specialmente, un gruppo parlamentare autonomo di carattere più centrista. Che potrebbe un domani ripetere il tentativo di accordo del Nazareno e allearsi con Forza Italia". Eventualità "assai probabile nel medio periodo".