Luigi Di Maio, i malumori della base: critiche sul blog. L' ombra di Di Battista
Luigi Di Maio va, con passo accelerato, verso il patto di governo, sulla corsia parallela vede il profilo di Salvini, solo che contromano spuntano i mal di pancia grillini con in testa al gruppo la voce irritata di Marco Travaglio. Sono sempre di più e Giggino si chiede se tra di loro ci sia anche Beppe Grillo in compagnia magari di Alessandro Di Battista, alternativa sempre pronta. Di Maio annuncia con un post sul Blog delle Stelle che le cose vanno bene. «Sono - scrive - molto orgoglioso del fatto che siamo arrivati fino a qui mantenendo la nostra linearità, la nostra coerenza, portando avanti la nostra linea politica. È un grande obiettivo raggiunto. Però adesso è il momento di dare un governo a questo Paese. Con Salvini stamattina abbiamo convenuto che è necessario iniziare a parlare di temi, di soluzioni ai problemi degli italiani che aspettiamo da 30 anni. Oggi pomeriggio si riunirà un tavolo con parlamentari e tecnici di Movimento e Lega per cominciare a scrivere il contratto di governo che possa migliorare la qualità della vita degli italiani». Leggi anche: Come sbattono a casa loro tutti quanti i clandestini: immigrazione, piano choc Un discorso che, nelle sue intenzioni, dovrebbe rasserenare tutti. Non è così. Dal basso arrivano prima i mugugni, poi i sospetti, le paure. Non una cosa da poco, visto che il "contratto di governo" deve prima passare dalla piattaforma Rousseau e dal via libera degli iscritti. Come al solito, su tutto, aleggia il fantasma di Berlusconi, perché il leader di Forza Italia avrà pure fatto il passo di lato o indietro, ma in cambio di cosa? E Salvini in fondo in qualche modo dovrà comunque garantire il suo alleato. Ecco allora che spunta la domanda: ma la legge sul conflitto d' interesse che fine fa? È il tormentone dei commenti al post di Di Maio, le parole sono queste: «Se per andare al governo ed evitare di dare fastidio a Salvini rinunciamo a norme severe contro la corruzione e alla legge sul conflitto di interessi allora diventiamo un partito da prima repubblica e tradiamo i nostri valori. Ora ci manca solo che rinunciamo al reddito di cittadinanza per fare la flat tax che va a vantaggio dei ricchi e poi siamo diventati come Forza Italia. Grillo se ci sei batto un colpo». Oppure: «Alla fine farete un governo dove comanda Berlusconi. Salvini non può fare cose contro il suo capo». E ancora: «Se rimettete in gioco Berlusconi (anche indirettamente) come Movimento siete finiti». Travaglio legge e fa sì con la testa, acconsente. Ora il problema dei 5 Stelle è esattamente qui: il patto di governo con Salvini è la perdita della verginità. di Giulia Sbarbati