Giuseppe Conte, al Senato subito 4 responsabili che passano a sostenere il governo
«La prima cosa che mi ha detto è stata: diamoci del tu». Da quel momento il colloquio tra il presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte, e il senatore Maurizio Buccarella, del gruppo Misto del Senato, è stato in discesa: Buccarella ha assicurato al professore pugliese il sostegno di almeno quattro componenti della sua formazione politica. Oltre a lui, voteranno la fiducia all'esecutivo M5S-Lega - probabilmente i primi giorni della prossima settimana - altri tre senatori: Carlo Martelli, Adriano Cario e Ricardo Antonio Merlo. I primi due, Buccarella e Martelli, sono due ex grillini espulsi dal M5S sull'onda di “Rimborsopoli”, il caso dei mancati bonifici per restituire parte dello stipendio al fondo del microcredito. Cario e Merlo, invece, sono due senatori eletti all'estero. Così Conte, con i suoi toni felpati e il basso profilo, in una giornata ha già allargato la base parlamentare dell'esecutivo giallo-verde. Che al Senato, prima della “campagna acquisti” del premier incaricato, poteva contare su appena sei senatori in più rispetto alla soglia minima della maggioranza assoluta dell'assemblea. «È stata una giornata proficua da tutti i punti di vista e ho acquisito una serie di valutazioni e sensibilità che mi saranno utili», dice non a caso Conte a fine giornata. OBIETTIVO COLLE Alla Camera, la maggioranza M5S-Lega è al riparo da brutte sorprese. I deputati pentastellati e i leghisti arrivano a quota 346. Trenta in più di quota 316, il numero da raggiungere per governare l'Aula. Diverso il caso del Senato, dove grillini e Carroccio arrivano a 167 senatori: 209 del M5S e 58 della Lega. Appena sei in più rispetto al numero magico di 161, che consente di guidare l'assemblea. Logico che Conte, nella sua giornata di consultazioni prima di tornare al Quirinale per sciogliere la riserva, si sia messo d'impegno per carcare di allargare la platea dei possibili sostenitori del suo esecutivo. Obiettivo centrato: con i quattro senatori del gruppo Misto, il margine di sicurezza sale di quattro unità, arrivando in totale a dieci senatori di vantaggio. «Voteremo la fiducia perché siamo stati eletti da chi ha votato M5S e condividiamo larga parte dell'accordo», ha annunciato Buccarella. Leggi anche: Conte a Cambridge? Smascherato: c'entra una donna... Conte, come per salire sul Colle mercoledì scorso per il colloquio con Sergio Mattarella, ieri ha raggiunto Montecitorio in taxi. Scortato da tre auto di sicurezza, il presidente del Consiglio incaricato si è sistemato nella Sala dei Busti della Camera. Lì, con l'aiuto di due collaboratori, ha accolto le delegazioni dei gruppi parlamentari: cinque appuntamenti la mattina, sei il pomeriggio. «Contatto di governo» bene in vista sul tavolo, bloc notes per appuntare i rilievi delle delegazioni (in primis di quelle contrarie al governo che sta per nascere), Conte si è limitato soprattutto ad ascoltare. Senza mai perdere il tratto distintivo di questi primi giorni sulla scena: disponibilità e basso profilo. Un atteggiamento che al momento pare premiare, visto che a fare da contrappeso alle annunciate ostilità - seppure con accenti diversi - di Pd, Fratelli d'Italia, LeU e Forza Italia, nella quale la delegazione è stata guidata da un Silvio Berlusconi che al termine del colloquio ha lasciato Montecitorio senza rilasciare dichiarazioni - c'è l'apertura degli autonomisti (Svp e Union Valdôtaine). «Abbiamo concordato che che teniamo aperta un'interlocuzione», ha detto Julia Unterberger, presidente del gruppo per le Autonomie di Palazzo Madama. «Conte ci ha fatto una buona impressione, aspettiamo il discorso in Parlamento, ma soprattutto il programma e la lista dei ministri per valutare con attenzione e sensibilità». Parole che lasciano aperta la porta al «sì» alla fiducia dei cinque senatori autonomisti che siedono nel Misto di Palazzo Madama. In quel caso, il margine di sicurezza di Conte al Senato crescerebbe ancora, arrivando a 15 senatori di vantaggio. VISCO E I RISPARMIATORI Il premier incaricato accelera. Esauriti ieri i colloqui con i partiti, Conte dedicherà la giornata di oggi a mettere a punto la squadra di governo con Lega e M5S. L'obiettivo è tornare da Mattarella stasera o, al più tardi, domani mattina, per chiudere la partita il prima possibile. Magari giurando, lui e i ministri, domani stesso o domenica. Con il voto di fiducia nei primi giorni della prossima settimana. «Dedicherò l'intera giornata di domani (oggi, ndr) a elaborare una proposta da sottoporre al presidente della Repubblica», tira le fila Conte. I ministri «saranno politici, persone che condividono obiettivi e programmi del governo del cambiamento». Unico strappo alla tabella di marcia, l'incontro, alle 10, con il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, a via Nazionale. Al quale Conte rappresenterà anche l'esito dell'incontro di ieri sera con una delegazione di risparmiatori truffati: «Chi ha subìto truffe o raggiri sarà risarcito». di Tommaso Montesano