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Luigi Di Maio, parte l'ordine nel M5s: "Vietato parlare male di Matteo Salvini", il piano per non sparire

Gino Coala
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I tentativi di rompere l'idillio tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio si sono moltiplicati in numero esponenziale subito dopo il fallimento del governo a guida Lega-M5s. Giggino però tiene duro, resiste alle sirene del complotto di Salvini che lo avrebbe portato a schiantarsi dopo tre settimane di trattativa, pur di anticipare le elezioni al prima possibile e monetizzare un consenso mai neanche sperato finora. Leggi anche: Sondaggio Mentana, la Lega a due punti dal M5s: crollo grillino, Forza Italia è sparita L'ordine partito dai vertici grillini è di non raccogliere provocazioni sul presunto "doppio gioco" del leghista, anzi è sostanzialmente vietato parlarne male. Per lui i grillini hanno rotto un tabù fino a poco fa intatto nella retorica pentastellata: nessuna alleanza. Eppure uno duro e pure come Alessandro Di Battista ieri a Otto e mezzo da Lilli Gruber si è ridotto a fare il democristiano quando gli è stato chiesto se pensa di fare una campagna elettorale accanto alla Lega: "È prematuro... ma ora abbiamo un contratto comune". Il via libera da Davide Casaleggio, secondo La Stampa, sarebbe arrivato, se poi si aggiungono i numeri clamorosi dell'istituto Cattaneo su Lega-M5s potenzialmente al 90% dei seggi, il gioco da asso piglia tutto è fin troppo facile. Resta solo da convincere Salvini a seguire i grillini nell'impeachment per Sergio Mattarella, opzione finora che non ha scaldato il leghista. E in più rinunciare a candidarsi con Forza Italia e Fratelli d'Italia, strada difficile da abbandonare proprio ora che la Lega può fare la locomotiva della coalizione e dettare le regole. Giggino si aggrappa a Salvini per frenare il crollo dei sondaggi, ma sembra già con un piede nelle fossa. Intanto Di Battista è finalmente partito per gli Stati Uniti: non ci sarà bisogno neanche di una spinta per far cadere "il fratello" Di Maio, basterà solo aspettare che si annulli da solo.

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