L'intervista

Veltroni: la destra è avanti nei sondaggi

Lucia Esposito

       Ci pensa Valter Veltroni in un’intervista al Corriere della Sera ad aprire gli occhi a un Pd (a Renzi, soprattutto) che, esattamente come fece Pier Luigi Bersani nelle scorse elezioni, crede di avere la vittoria in tasca. Dice: ”Temo si stia dando l’impressione che abbiamo già vinto le elezioni, e l’unico problema sia ripartire i posti del governo che verrà. Sinceramente, lo eviterei”. Attualmente sta girando un documentario “Quando c’era Berlinguer”, un lavoro che unisce la sua passione per la politica e quella per il cinema, e a proposito della politica, osserva: “Dovrebbe analizzare tutti gli elementi di un passaggio d’epoca sconvolgente. Invece prevale dovunque la politica dell’istante, senza passato e senza futuro, proiettata nella polemica del giorno. Tutto è gridato, tutto è personalizzato, con la violenza di polemiche che per il solo fatto di esistere finiscono sui giornali”. I sondaggi - Veltroni fa un’analisi della situazione politica, spiega che l’Italia avrebbe bisogno di un grande cambiamento, e aggiunge: “In Italia la destra, con tutto quello che ha combinato, è in testa ai sondaggi”. Ecco la sua spiegazione: “La sinistra è sempre andata meglio nelle fasi di espansione economica. Le fasi di recessione sono sempre state un’occasione per la destra. Si reagisce alla recessione su una linea di isolazionismo sociale e di disinteresse per gli altri. Prevalgono posizioni che tendono a difendere la propria condizione individuale, spingono all’odio verso gli immigrati, animano pulsioni di egoismo sociale, di superiorità identitaria. La mia paura è che si stia facendo strada nel nuovo millennio un modello diverso dalla democrazia, una forma semplificata di decisione politica, di cui Russia e Cina sono la testimonianza più evidente”.  La ricetta per il Pd - Da questa considerazione, la sua ricetta per il Pd: : “Qui ci vuole un Pd che realizzi il miracolo di tenere insieme la capacità di parlare ai più deboli e di convincere le forze più dinamiche della necessità di cambiamenti radicali, un Pd che si rivolga all’intera nazione oggi potrebbe costituire una risorsa, l’unica possibile nel nostro Paese. Altrimenti il rischio è che prevalga un soggetto populistico e demagogico”. Per Veltroni Grillo non è affatto sconfitto e pure la Lega non è fuori dai giochi. Non mancano però le critiche: “La politica di un certo tipo tende ad annusare la stagione, e il voto europeo, sganciato dalla necessità di formare un governo, tende a diventare un voto di protesta diffuso; non a caso Grillo ha preso posizione contro gli immigrati e contro l’Europa. Una parte del suo consenso è legato alla perdita dell’identità originaria del Pd. Per questo il Pd deve incarnare il bisogno di cambiamento che c’è nell’elettorato di Grillo, almeno nella sua parte di sinistra”.   Messaggio a Renzi - Poi un consiglio per Renzi: “A Renzi ho detto, pubblicamente e privatamente, che deve trasferire al Paese l’idea di coltivare quella che per me è la parola-chiave della nostra stagione storica: profondità. Tutto in Italia è molto leggero, volatile, privo di radici e nello stesso tempo di prospettiva. Non basta mettere insieme pezzetti di programma; ci vuole una visione generale, un’idea dell’Italia”.