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Mario Monti accusa Salvini e Di Maio: "Ridurranno l'Italia a una triste e lunga penisola di quasi-Europa"

Matteo Legnani
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Un lungo articolo che parte dalla prima pagina. In cui l'ex premier e senatore a vita in carica Mario Monti, europeista di ferro (ricordate il suo "ce lo chiede l'Europa"?), processa la politica adottata dall'Italia sull'immigrazione e la partita che sta giocando con l'Europa. Monti ribalta il punto di vista, descrivendo non un'Italia che vuole uscire da Shengen e dall'euro. Ma un'Italia che ci è già uscita, dopo aver strizzato a lungo l'occhio "al proprio avversario" Orbàn. E che Italia sarebbe, agli occhi di Monti, quella? Nella sua visione cupa e pessimistica, "una triste e lunga penisola di quasi-Europa, stretta tra l'austro-ungarico Orbàn a nord, le tribù libiche a sud, una spagna assertiva a Ovest e a Est una Grecia il cui pesante fardello eravamo fin qui riusciti a scansare". Un'Italia "non ritenuta abbastanza affidabile per far parte della noiosa Europa del Nord, ma considerata un utile contrafforte del continente europeo, un bastione esterno alla Ue ma capace di attutire l'impatto di successive ondate immigratorie". Ma, a parte "un bastione esterno alla Ue", non è già questo il modo in cui l'Europa ci tratta e ci sfrutta? Leggi anche: Guido Crosetto massacra Giovanni Tria: "E' il nuovo Mario Monti"

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