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Augusto Minzolini: "Manovra frutto di due ideologie agli antipodi che ci porterà a sbattere"

Matteo Legnani
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Saltano fuori liti e accuse tutti i giorni. O cose dette e poi rimangiate o smentite dall'altra parte. Non è un bello spettacolo, quello a cui si sta assistendo nel governo in questi giorni di esame-manovra da parte dell'Europa e dei mercati. E se non ci fosse l'orizzonte delle elezioni europee del prossimo maggio, è assai probabile che il governo si reggerebbe in piedi non oltre l'approvazione della suddetta manovra, ovvero il gennaio 2019. Il motivo di questi scontri (con Di Maio che ha addirittura minacciato di andare in procura a denunciare la "manina" che secondo lui ha modificato "a tradimento" il decreto fiscale inviato al Quirinale) e della stessa pericolosità per l'Italia e gli italiani di questa manovra sta nelle ideologie dominanti dei due partiti che compongono il governo. Ne è convinto Augusto Minzolini, che su Il Giornale scrive come l'ideologia pauperista-populista-assistenzialista del M5S sia agli antipodi rispetto a quella sovranista-liberale-pragmatica della Lega. "Due ideologie che non si fondono, ma che sono state messe assieme forzatamente, dando vita nella manovra a un vero carnevale". Che, secondo l'ex direttore del tg1, "ci porterà inevitabilmente a sbattere" perchè "il problema è che quando l'ideologia contamina l'economia sono guai: in tempi lontani e recenti, Stalin e Maduro insegnano. Se poi l'ideologia non è una, ma due...". Leggi anche: Salvini e Di Maio, retroscena di Augusto Minzolini: "Sono dei..."

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