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Filippo Facci, ecco perché di Forza Italia non frega più niente a nessuno

Gino Coala
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Non è bello da dire, non è che faccia piacere: ma ogni cosa che riporta a Forza Italia, ormai, sa di Sunset Boulevard, ricollega cioè a un viale del tramonto dove si replicano riti polverosi e ignari che il mondo là fuori è completamente cambiato. Perché là fuori ci sono altri ritmi, altri mezzi, altri messaggi, soprattutto un altro pubblico che vuole vedere altri film. Soprattutto, non vuole vedere dei sequel improbabili di film già visti: non serviva un genio, ieri, per immaginare che rifare una manifestazione «Sì Tav» proprio a Torino e proprio una settimana dopo (dopo, cioè, il clamoroso e spontaneo successo di una manifestazione suggellata da decine di migliaia di persone) avrebbe finito per simbolizzare il puntuale ritardo di Forza Italia su ogni cosa, o, peggio ancora, il cinico tentativo di mettere il cappello su qualche avanzo. Il risultato è stato tristanzuolo. Una settimana fa erano decine di migliaia: ieri poche centinaia. Una settimana fa erano senza bandiere, o con bandiere e striscioni improvvisati: ieri c' erano le solite bandierine tutte uguali e pulitine, come da vademecum. Una settimana fa c' erano trasversalità politiche capaci di restare naturalmente un passo indietro, ieri c' erano dei trascina-popolo del tenore di Paolo Zangrillo, Maria Stella Gelmini, Renata Polverini e Adriano Galliani - non ce ne vogliano - in una manifestazione strettamente di partito: ma senza il partito, perché il partito è e resta Berlusconi e Berlusconi non c' era. Però ha mandato un messaggio, questo: «Il rifiuto alla Tav è la ovvia conseguenza della loro ideologia diretta erede della sinistra del secolo scorso». Traduzione: comunisti. Ecco l' attualità del messaggio. MOLTI PENSIONATI Per il resto, c' erano molti pensionati e un' età media conseguente: l' evento più eccitante è stato attendere in piazza del Municipio l' arrivo di Antonio Tajani, nel doppio ruolo di presidente del Parlamento europeo e candidato premier alle prossime elezioni. Ecco, quali elezioni? Davvero cadrà il governo, come si vocifera? Davvero la manifestazione è servita solo a ribadire che l' alleanza Lega-Cinque Stella è contro natura? Se è così, bastava una telefonata. Col rischio che dall' altra parte rispondessero «abbiamo capito, grazie» oppure che snocciolassero i numeri del sondaggio interno a Fratelli d' Italia secondo il quale il movimento sovranista che Giorgia Meloni sta organizzando (con Raffaele Fitto e Francesco Storace) avrebbe una percentuale tra l' 8 e il 14 per cento, superando nettamente Forza Italia alle prossime Europee del maggio 2019. Il partito di Berlusconi è dato al 7-8 per cento, e da quanto inteso i consensi dei neo sovranisti non eroderebbero la Lega ma proprio Forza Italia e i grillini. Tutto da dimostrare, certo, anzi da costruire: ma se il messaggio politico del nuovo movimento non è ancora perfettamente a fuoco (benché si prospetti come la seconda gamba della destra, accanto alla Lega) va detto che il messaggio di Forza Italia non è mai stato chiaro in 25 anni, se non in chiave antagonista. Una volta fallita una genericissima «rivoluzione liberale» e soprattutto una vera riforma della giustizia, il macro-messaggio semplicistico di Forza Italia (perché questo va oggi: macro-messaggi genere «via i clandestini», «reddito di cittadinanza» eccetera) resta un mistero ma con molte rughe in più, molto silicone in più, soprattutto moltissimi voti in meno. Non ha più neppure un suo libro dei sogni, Forza Italia: neppure un illusorio elenco di obiettivi a cui fingere di credere. Non esiste più il famoso «centro moderato» a cui aspirava praticamente l' intero arco costituzionale dei partiti, non frega a nessuno di un partito che «sta alla finestra», «dà una mano sulle cose utili» e sparpaglia espressioni come «responsabile», «buonsenso», «equilibrato» diretto agli elettori spaventati: non sono spaventati, gli elettori, sono incazzati e disperati al punto da aver votato il partito di un comico. PERCHÈ VOTARLI? Molti conoscono le intenzioni politiche di Salvini e allora lo votano o scendono in piazza per contestarlo, addirittura lo vorrebbero morto; altri conoscono le intenzioni grilline (chiamarle politiche pare troppo) e allora li votano o trattengono le risate, che di scendere in piazza non vale la pena. Ma chi conosce le intenzioni politiche di Forza Italia? Qual è l' idea? Alla domanda «perché hai votato Forza Italia?» come si potrebbe rispondere? Esiste, ci chiediamo, una risposta che non si appoggi sopra la consueta grande o grandissima ma un po' datata fiducia nella persona di Silvio Berlusconi? Non sono domande retoriche, o non solo: piacerebbe davvero avere una risposta o un sussulto da una forza politica che nel 1994 - non vogliamo dimenticarlo - salvò il Paese da un' orribile saldatura tra certa sinistra, certa destra e certa magistratura. Non è che stiamo guardando il bicchiere mezzo vuoto: qui non c' è nessun bicchiere. Né si vuole che i nodi vengano al pettine: manca il pettine. Non è disfattismo: ma Forza Italia deve battere un colpo prima che gliene venga uno. Ieri Maria Stella Gelmini, nel mortorio torinese, ha detto che «Noi abbiamo coraggio e voglia di combattere». Benissimo: è per questo che il Cavaliere scese in campo, molto tempo fa. L' impressione, ora, è che tutti siano tornati nello spogliatoio. Sotto la doccia. Sempre più fredda. di Filippo Facci

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