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Renzi: "Per Berlusconi vorrei il voto palese"

Il sindaco di Firenze parla a tutto campo, ma di Silvio dice: "Non ha i numeri per far cadere il governo, Letta deve andare avanti"

Michele Chicco
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"Berlusconi non ha i numeri per far cadere il governo" ed Enrico Letta deve continuare senza scuse. Cedere alle bordate che arrivano dal  centrodestra non ha senso: parola di Matteo Renzi. "Berlusconi lo ha dimostrato la volta scorsa. Questo valga anche come elemento che toglie ogni alibi all'azione di governo". Se in caso di decadenza il Pdl dovesse provare a mettere in crisi il governo, il Pd e i governisti azzurri, insomma, non dovrebbero preoccuparsi perché la realtà è diversa. Per questo il sindaco di Firenze, intervistato dalla webtv del Messaggero, chiede chiarezza e sogna il voto palese "se questo può servire a fare in modo che ogni senatore si assuma la sua responsabilità". La bordata di Fini -  E a fare da sponda a Renzi che vuole il Cav fuori dal Senato arriva anche Gianfranco Fini. Anche lui "voterebbe per la decadenza del Cav": "'Non avrei avuto esitazioni a votare per l'applicabilita' della legge Severino che e' chiarissima ed e' stata votata dal Pdl'', ha affermato Fini, a margine della presentazione del suo libro 'Il ventennio' alla Fondazione Corriere della Sera,rispondendo su quale sarebbe stato il suo voto in merito alla decadenza di Silvio Berlusconi se fosse ancora in Parlamento.''Avrei chiesto pero' di votare a scrutinio segreto - ha aggiunto l'ex presidente della Camera - perche' sarebbe un brutto segnale se il Senato desse vita a una votazione 'contra personam''. Insomma Renzi e Fini sono d'acocrdo su una cosa: il Cav deve essere sbattuto fuori dal Senato. Renzi però a differnza di Fini non ha come unico nemico il Cav. Il rottamatore mette nel mirino i suoi stessi compagni di partito. E in vetta alla black list c'è Massimo D'Alema: L'unico personaggio del passato che mi fa venire in mente D'Alema è D'Alema", dice il sindaco di Firenze che sembra essersela presa parecchio per le critiche piovutegli sul capo. "Che non sia un entusiasta della mia candidatura, me ne ero accorto. Ciò nonostante - dice Renzi - continuo a rispettarlo e a non aprire polemiche con lui". Meglio ricordarlo in altre vesti e non come leader storico della sinistra post-comunista: ad esempio, dice, "da Presidente del Roma Club Montecitorio". Grillo e compagni - Poi il sindaco che sogna di diventare premier alza il tiro e guarda in faccia grillini e i compagni più rossi che mai, suoi diretti competitor elettorali. Ne ha per tutti. "Ieri Grillo - dice Renzi - è stato molto bravo a nascondere che ha perso tre voti su quattro di quelli che lo avevano votato in Trentino Alto Adige" ed ha ironizzato sulla manifestazione dei 5 Stelle sul tetto di Montecitorio contro la modifica dell'articolo 138 della Costituzione: "Il piano dove si fanno le cose - scherza - è quello di sotto. Non è il tetto. Altrimenti sembrate il tacchino di Bersani". Ma la sinistra radicale? Anche loro nel mirino: "Prima bisogna capire cos'è la sinistra radicale: se è radicale sulle idee, lo sono anche io. Poi c'è una sinistra radicale sull'ideologia e va capito a che gioco giocano". Nichi Vendola&co sono avvisati. Forse, così, almeno a metà possono salvarsi. 

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