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Sea Watch, Silvio Berlusconi affondato dai clandestini: retroscena, guerra totale in Forza Italia

Davide Locano
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Blitz di un gruppo di parlamentari a bordo della Sea Watch, la nave che da nove giorni è a largo di Siracusa con il suo carico di 47 migranti. A fare notizia, non è tanto il sopralluogo, quanto la composizione della delegazione. Sul gommone, con Nicola Fratoianni di Leu e Riccardo Magi di +Europa, c' è anche Stefania Prestigiacomo. Di Forza Italia. Matteo Salvini si infuria, da Arcore Silvio Berlusconi giura che non ne sapeva nulla («Iniziativa personale, autonomia e non concordata»), ma il partito si spacca. Da un lato ci sono quelli che non vogliono complicare i rapporti con il leader leghista, men che meno su un tema come l' immigrazione. Dall' altro coloro che rivendicano autonomia e sono soprattutto i dirigenti azzurri del Sud Italia. Leggi anche: "Siete comunisti": la Mussolini scatenata contro Forza Italia Sullo sfondo c' è una campagna elettorale per le Regionali, dove Fi e Lega sono alleate insieme a Fratelli d' Italia. E certo le polemiche nazionali non aiutano. «Parlamentari italiani (fra cui uno di Forza Italia!) non rispettano le leggi italiane e favoriscono l' immigrazione clandestina? Mi spiace per loro, buon viaggio!», scrive Salvini sui social. Ma Prestigiacomo non ci sta: «Non abbiamo violato la legge, ma esercitato le nostre prerogative di parlamentari», dice l' ex ministra all' Adnkronos. E se Salvini crede siano state violate norme, «agisca come crede, come ritiene opportuno». FATTORE UMANO Stefania però si attira le critiche di molti colleghi di partito. Solo Renata Polverini e Gianfranco Micciché la difendono pubblicamente. Antonio Tajani ribadisce qual è la linea dei forzisti: «Né Berlusconi né noi ne sapevamo nulla», assicura, «è un' iniziativa a titolo personale, di una mamma, di una parlamentare di Siracusa. Credo sia stata spinta più da un fattore umano che politico». Molti in Forza Italia parlano di autogol. L' immigrazione è un tema sentito dall' elettorato di centrodestra, unirsi a iniziative con esponenti di sinistra, contro il governo, vuol dire regalare altri voti alla Lega. La più dura è l' ex Alessandra Mussolini: «Ormai si preferisce Fratoianni a Salvini. Mi dispiace dire l' avevo detto». Altre voci critiche sono quelle di Giorgio Silli, deputato di Forza Italia e responsabile immigrazione del partito, Alessandro Cattaneo, Stefano Benigni, Mauro D' Attis, Stefano Cavedagna, Galeazzo Bignami. «Non condivido la presenza della collega Prestigiacomo insieme ad altri parlamentari di sinistra sulla Sea Watch», scrive su Facebook Bignami, «non mi rappresenta e mi auguro che non rappresenti nemmeno la linea politica di Forza Italia». Per Cattaneo, «quanto fatto o detto da colleghi di partito sulla vicenda Sea Watch, all' inseguimento di Pd o LeU, non trova la mia condivisione». «Certe iniziative estemporanee al fianco di Pd e LeU da parte di alcuni colleghi», conferma Silli, «sono a titolo personale e non rappresentano la posizione del partito in tema di immigrazione». «SI FACCIA CURARE» Prestigiacomo non se ne cura («La priorità sono i 47 migranti a bordo, devono scendere»), e incassa la comprensione di Mara Carfagna: «Dispiace che il ministro Salvini accusi tre parlamentari di aver violato la legge, dimenticando che le prerogative ispettive dei parlamentari sono dovere e obbligo a difesa dello Stato e dei cittadini che essi rappresentano. Può piacere o no, ma non esiste una legge che dichiara illegittimo ciò che è sgradito a chi governa», scrive in una nota la vice presidente della Camera. Anche Gianfranco Micciché si schiera dalla parte della parlamentare siracusana: «Bravissima Stefania! Ha fatto bene, anzi benissimo, a salire sulla nave Sea watch per accertarsi delle condizioni dei migranti a bordo. Io davvero non riconosco più tanti miei colleghi di Forza Italia, che hanno preso le distanze da questo gesto di umanità...». Salvini? «È peggio di Hitler», attacca il presidente dell' Assemblea regionale siciliana. Immediata la replica del vicepremier: «Miccichè si faccia curare da uno bravo...». di Salvatore Dama

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