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Giuseppe Conte rialza la testa: "Il premier sono io. E loro...". La risposta da ridere dopo gli insulti

Giulio Bucchi
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"Il premier sono io". Giuseppe Conte sta in silenzio per un giorno e affida poi al Corriere della Sera e a Repubblica il suo riscatto dopo le tre ore di insulti ricevuti martedì pomeriggio a Strasburgo. L'europarlamentare di Alde Guy Verhofstadt l'ha definito "burattino di Di Maio e Salvini", altri colleghi (anche del Pd) non sono stati meno duri. "Me li aspettavo, gli attacchi. Non prevedevo la scompostezza, le falsità", spiega Conte senza nascondere l'amarezza. "Ho avuto l'impressione che per alcuni parlamentari europei, il discorso di martedì sia stato un po' il canto del cigno". Leggi anche: "Dice solo enormi putt***"- Mughini, attacco terminale a Conte Quello italiano, continua con orgoglio, è un governo "che esprime il cambiamento in atto in Italia e in Europa. Per questo mi hanno attaccato, molti di loro sanno che non verranno rieletti. Sono figli di forze con una vecchia ispirazione. Il nuovo vento li spiazza. Ma dispiace solo che per colpirmi siano ricorsi a falsità, tipo che facciamo morire i bambini africani in mare o che difendiamo il venezuelano Nicolàs Maduro". "Tutti parlano di stabilità finanziaria, meno di stabilità politica e sociale - è l'argomento forte per difendere poltrona e operato - e si trascura il consenso interno altissimo che la mia maggioranza ha, altri Paesi no". 

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