Il caso

Matteo Salvini, giudici scatenati contro la Lega: sì al ricorso, vietate le elezioni in Sardegna?

Davide Locano

Un ricorso presentato da un cittadino al Tar della Sardegna e in tutti i collegi dell' isola, il cui esame è stato accolto dal tribunale civile di Sassari, rischia di creare il caos attorno alle elezioni regionali del 24 febbraio. Il ricorso mette nel mirino 5 liste, 4 di centrodestra a sostegno di Christian Solinas (Lega, Forza Italia, Sardegna Civica, Energie per l' Italia) e una di centrosinistra (Sardegna in Comune) che supporta Massimo Zedda. La contestazione riguarda la mancata raccolta delle firme necessarie per potersi presentare alle elezioni. Gli schieramenti in questione si sono avvalsi di 5 consiglieri regionali uscenti grazie ai quali hanno ovviato all' incombenza. La procedura, in sé, è consentita dalla legge, e infatti chi ha presentato ricorso ha contestato nello specifico il fatto che ciascuno dei consiglieri in questione avrebbe fatto da "garante" a una lista per poi candidarsi dopo l' indizione dei comizi elettorali in un' altra. Il ricorrente, che ha chiesto l' incandidabilità dei consiglieri e la ricusazione della lista d' appartenenza, ha contestato la mancata «corrispondenza tra il contrassegno apposto sul modulo di accettazione della candidatura e quella del partito politico a cui il candidato alla carica di consigliere ha successivamente aderito». Leggi anche: "Si piegherà. Oppure...". Franco Bechis, la profezia su Salvini Nel dettaglio: a Paolo Luigi Dessì, candidato uscente del Partito Sardo d' Azione, viene imputato di aver presentato dichiarazione di accettazione della candidatura per la lista "Lega Salvini", salvo poi ricandidarsi per il Partito Sardo d' Azione nella circoscrizione Carbonia-Iglesias: «Abbiamo agito come previsto» replica a Libero. «Almeno una decina di liste si sono comportate così. Centrodestra e Centrosinistra hanno fatto la stessa operazione. I Cinque Stelle no, perché non erano rappresentati in Consiglio regionale». «ATTACCO STUDIATO» Gianni Lampis, candidato a Medio Campidano per Fratelli d' Italia, avrebbe fatto da "garante" per "Sardegna Civica". «Non può essetr che un attacco studiato a tavolino da qualcuno» commenta al nostro giornale. Identiche contestazioni, ma che riguardano partiti diversi, per Antonello Peru (Forza Italia), il compagno di partito Marco Tedde che avrebbe fatto da "garante" per Energie per l' Italia e oggi risulta candidato per il partito di Berlusconi, e per Valerio Meloni, in un primo momento "a servizio" di "Sardegna un Comune" e poi finito nella lista del Pd. Nell'isola gira la voce che la richiesta di annullare le liste sia stata avanzata da un prestanome che avrebbe agito per conto di un politico di un importante partito. L'udienza per la discussione è stata fissata a Sassari il 19 febbraio. Per i 5 consiglieri inoltre il tribunale di Oristano ha fissato un' udienza il 27 marzo per valutare eventuali violazioni di carattere penale. IL COMMISSARIO Oltre al passaggio da un partito a un altro v' è un ulteriore fronte che potrebbe mettere i bastoni tra le ruote alla Lega. Al commissario regionale, il deputato Eugenio Zoffili, è stato contestato di non essere stato "soggetto titolato" a presentare le liste del Carroccio nei vari comuni. Il motivo? Nello statuto della Lega, per tale operazione, non sarebbe contemplata la figura del "commissario". «Quando ho depositato il contrassegno nessuno mi ha detto niente. Sinceramente è l' ultimo dei miei problemi e della faccenda se ne stanno occupando i legali della Lega: io mi sto interessando dei nostri pastori e del fatto che in certe zone manca la copertura telefonica anche per chiamare i numeri di emergenza». di Alessandro Gonzato