Forza Italia, tesoriere: "Moroso il 15% dei parlamentari"
Roma, 1 mar. (AdnKronos) - di Vittorio Amato "Solo il 10-15% dei parlamentari di Forza italia deve ancora mettersi in regola e pagare i contributi dovuti mensilmente al partito. Questa quota", stimata tra i "200mila e i 300mila euro", "comprende quei deputati e senatori che non hanno mai versato nulla, che, grazie a Dio sono una residua minoranza, e quelli che hanno arretrati di almeno tre mesi...". Alfredo Messina, senatore e tesoriere di Forza Italia, fa il punto con l'Adnkronos sulle finanze azzurre in tempi di austerity dopo l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. L'occasione del colloquio è il caso Sarti, che ha suscitato molte polemiche sui 'buchi' di bilancio legati al mancato pagamento delle somme dovute dai parlamentari morosi. Fedelissimo di Silvio Berlusconi (è ex manager delle aziende della galassia Fininvest), Messina assicura che la lotta contro i 'cattivi pagatori' va fatta con determinazione e pazienza ("bisogna star dietro a tutti"). Alla fine, però, "i risultati arrivano" e il dovuto si recupera. "Basta rispettare le regole e onorare gli impegni", ripete come un mantra. E avverte: "Pagare è un obbligo morale, chi non paga deve capire che è un inadempiente, non si deve sentire un furbo. Mi auguro che chi non versa le quote dovute si senta un minimo a disagio e in imbarazzo rispetto ai colleghi che ottemperano l'impegno di sostenere il partito con puntualità. Del resto, se fai parte di un circolo, il socio che non paga viene sospeso...". "Abbiamo ridotto al massimo le spese", garantisce il responsabile delle casse forziste, che dice di "aver fatto un grande lavoro" anche su un altro fronte aperto, quello dei cosiddetti debiti verso i fornitori, da tempo una 'voce pesante' del rendiconto di Fi: "Noi intendiamo pagare tutti i nostri debiti, questa è una regola tassativa. Abbiamo classificato i creditori in privilegiati e chirografari, offrendo naturalmente percentuali diverse, a seconda del titolo che vantano". Messina spiega come intende dare un taglio netto pure a questi debiti: "Offriamo una somma a transazione-stralcio che, se accettata, permette al creditore di incassare immediatamente l'importo e così noi riduciamo in maniera significativa l'esposizione debitoria". Secondo l'ultimo bilancio pubblicato, quello relativo al 2017, dopo anni di rosso Forza Italia torna in attivo, anche se di poco, registrando un avanzo di 1 milione 344mila 645 euro nel 2017. In particolare, sembrano aver fatto effetto i continui moniti di Berlusconi e la minaccia di non ricandidare nessuno e di togliere gli incarichi ai parlamentari inadempienti, specialmente in prossimità del voto del 4 marzo. La 'corsa' di deputati e senatori a pagare gli arretrati dovuti al movimento (ovvero la quota mensile di 900 euro), proprio nell'imminenza delle politiche, è servita a coprire, almeno in parte, l'altra vera e propria voragine apertasi nei conti forzisti proprio a causa dei cattivi pagatori (qualcuno parlava di 5 milioni di euro accumulatosi negli anni). Tant'è che rispetto al 2016, come scrive lo stesso Messina nella relazione gestionale del rendiconto 2017, "le contribuzioni da parlamentari si sono incrementate di circa il 76%". Quanto ai debiti pregressi, Fi deve sempre circa 90 milioni di euro al suo presidente Berlusconi: una cifra attualmente garantita dall'ex premier dopo l'escussione di fideiussioni personali bancarie. "Ho un'ambizione -dice all'Adnkronos Messina- riuscire almeno a intaccare questo debito, cercare in qualche modo di ridurlo, cominciando a tagliare proprio i debiti verso i fornitori". E' vero che in Finivest ci è arrivato alla fine degli anni Novanta e fu Romano Prodi a consigliare a Berlusconi di prenderla? "Non lo so, non ho mai fatto verifiche in proposito", replica il tesoriere di Fi, che aggiunge: "Ho letto anch'io questa notizia su un quotidiano e su un libro di Feltri, ma non ne so nulla. Nemmeno l'ho chiesto a Berlusconi, mi è rimasta questa curiosità. Può darsi che sia vero, non posso, né confermare, né smentire".