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Elezioni europee, Salvini-Meloni: l'ondata sovranista che spazza via Bruxelle, le cifre che fanno la storia

Davide Locano
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Le larghe intese di Bruxelles non sono più così tanto larghe. Secondo le proiezioni elaborate da Kantar Public, popolari e socialisti, dopo le elezioni di maggio, non avranno più i numeri per formare una maggioranza trasversale. Colpa (o merito) dell'avanzata dei sovranisti, in primis, del grande balzo in avanti che farà la Lega di Matteo Salvini in Italia. L'asse del Parlamento europeo tenderà a spostarsi a destra, questo dicono i sondaggi nazionali di molti dei Paesi che aderiscono all' Unione. E certo non fa gioco al Ppe l' intenzione, annunciata, di espellere Fidesz, il partito di Viktor Orban, allontanando ogni possibilità di un asse "popolari-populisti", opzione che finora era rimasta sul tavolo. LO STUDIO Vediamo i numeri. Lo studio si basa su una media dei sondaggi più attendibili effettuati nei singoli Paesi dell' unione sulle intenzioni di voto. La precedente era stata effettuata all' inizio di febbraio. Ciò permette di analizzare le tendenze e di metterle in relazione con i risultati delle elezioni del 2014. In Italia, il Ppe guadagna un seggio, passando da 8 a 9, ma ne perde 4 rispetto oggi. I Socialisti e Democratici sono in forte arretramento, colpa del Pd che alle scorse Europee arrivò al 40 per cento e che a maggio sembra destinato a dimezzare i suoi voti, come già successo alle Politiche dell' anno scorso. La sinistra nel Belpaese scende da 15 a 14 seggi rispetto alla precedente proiezione di febbrario e di 17 seggi rispetto ad oggi. Leggi anche: Carfagna, un duro avvertimento a Salvini Stabile la presenza nei Conservatori e Riformisti, gruppo di cui fa parte Giorgia Meloni, a 4. Nell' Efdd, il gruppo dove siedono i Cinquestelle, la delegazione italiana passa da 22 (precedente proiezione) a 21, guadagnando comunque 7 seggi rispetto al Parlamento attuale. Nell' Enf, il gruppo della Lega, l' Italia sale da 27 a 28, guadagnando un seggio rispetto alla precedente proiezione, aggiungendone 22 rispetto a oggi. La Lega, secondo i sondaggi, sarà la seconda delegazione dell' emiciclo di Strasburgo, dietro i tedeschi della Cdu/Csu (gruppo Ppe) che guadagnano 5 seggi e salgono a 35, allungando la distanza sul partito di Matteo Salvini. Se si votasse domani, il primo gruppo sarebbe il Ppe, secondo l'S&D, terzo l' Alde e quarto l' Enf, il gruppo cui aderiscono Lega e Rassemblement National di Marine Le Pen. Facendo due conti, però, i popolari perdono 36 seggi rispetto al 2014, passando da 217 a 181. I Socialisti e Democratici ne perdono addirittura 51 seggi, scendendo da 186 a 135. Salgono invece i Liberaldemocratici dell' Alde, che passano da 68 a 75 seggi. Questi tre gruppi, in coalizione, avrebbero ancora i numeri per eleggere il presidente della Commissione, come accadde con Jean-Claude Juncker nel 2014. IL CASO ORBAN I Cinquestelle in Europa restano ai margini. L' Efdd, nei sondaggi, scende da 41 a 39. E si tiene a galla solo grazie alla performance del Kukiz15, partito polacco guidato da un musicista, Pawel Kukiz, che da zero potrebbe passare a 4 eurodeputati. Ma anche in Italia arrancano: secondo la media dei sondaggi della settimana sono al 23,1%, ormai raggiunti dal centrosinistra, che è al 22,8 (e addirittura superati in caso di alleanza tra centrosinistra e Leu, che avrebbe il 25,2%). Nel Ppe intanto esplode il caso Orban. L' ipotesi di una procedura per espellere il suo partito (Fidesz) si fa più concreta e potrebbe essere già discussa dai vertici popolari la prossima settimana. Ci sarebbero i numeri previsti dallo statuto: dopo i tre partiti cristiano-democratici del Belgio e del Lussemburgo, ieri anche il partito finlandese Kokoomus e i portoghesi del Cds-Pp hanno scritto al presidente Daul per chiedere l' allontanamento del leader ungherese. Anche i greci di Nea Demokraria lo faranno. La decisione è prevista per il 20 marzo. di Salvatore Dama

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