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Giuseppe Conte, mossa disperata sulla Tav: "Decido io, poi voi...". M5s nel sacco

Giulio Bucchi
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"Decido io, poi starà a voi smentirmi o meno". Giuseppe Conte ha provato la mediazione, per 5 ore. Ma di fronte al muro del Movimento 5 Stelle, irremovibile sul no alla Tav, ha scelto di procedere con le maniere forti, cercando un'ulteriore sponda dalla Francia, a cui ha chiesto un confronto sui costi. La scelta finale arriverà entro venerdì, due giorni prima della partenza dei bandi di gara per le opere in Val di Susa. Luigi Di Maio, Danilo Toninelli e i loro tecnici, nella drammatica riunione di mercoledì sera a Palazzo Chigi, hanno addirittura chiesto di bloccare quei bandi, lasciando di sale Matteo Salvini. Leggi anche: Toninelli, le dimissioni e la strana smentita. Terremoto a Palazzo Chigi Il leghista è il primo a sapere che una decisione simile creerebbe il caos tra le aziende italiane interessate, oltre che allontanare il ceto produttivo e industriale dal governo. Anche il premier e il ministro dell'Economia lo sanno, come sanno che in ballo ci sono 800 milioni di euro di fondi Ue che si volatilizzerebbero in caso di "No" all'alta velocità Torino-Lione. L'impressione è che in un modo o nell'altro si arriverà a un "sì" parziale con i 5 Stelle sempre più in un vicolo cieco. Anche perché, spiega Repubblica, è troppo alto il rischio di maxi-risarcimenti civili da parte delle stesse aziende private degli appalti contro il governo, i ministri e ogni soggetto ritenuto responsabile dello stop ai lavori. "I consiglieri di amministrazione della Telt aggiudicataria della Torino-Lione insieme con Ferrovie - spiega il quotidiano diretto da Carlo Verdelli - nel cda di lunedì 11, anche in caso di parere contrario del governo, potrebbero dare il via libera ai bandi per poi dimettersi in massa un minuto dopo. Anche loro per evitare di incorrere nelle responsabilità civili".

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