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M5s, psicodramma Luigi Di Maio: voce in Parlamento, nel mirino dei pm non solo De Vito

Cristina Agostini
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"Abbiamo preso una botta pazzesca". Luigi Di Maio è agitatissimo dopo l'arresto di Marcello De Vito, presidente del Consiglio comunale di Roma. Cerca di mettere subito una toppa al disastro: "De Vito è fuori dal M5s. Mi assumo io la responsabilità di questa decisione come capo politico, e l'ho già comunicata ai probiviri; deve stare a chilometri di distanza da noi". Leggi anche: Di Maio e cinque stelle addio: sono in caduta libera. Il sondaggio da incubo di Masia, gode Salvini Ma la "botta pazzesca" non si stronca con una espulsione "in direttissima". Tra i pentastellati, rivela il Giorno in un retroscena, regna l'angoscia e la paura. Innanzitutto si teme che la vicenda non si fermi a De Vito ma possa travolgere altri della giunta Raggi. "Adesso diranno che mafia capitale siamo noi". E se Matteo Salvini non infierisce sugli alleati dentro la Lega - e ovviamente nel M5s - si teme un tracollo dei grillini alle elezioni europee, un fatto che però mette a rischio la tenuta del governo. E si teme pure la reazione della base. "L'unico modo che hanno per venirne fuori", commenta la ex pentastellata Cristina Grancio, "è quella di fermare il progetto dello stadio, altrimenti tutti a casa. E Di Maio lo trovo patetico".  

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