Silvio Berlusconi, l'amarissimo retroscena dal cuore di Forza Italia: perché non molla l'osso spolpato
Forza Italia compie 25 anni, ma ne dimostra il triplo. Comunque, molti di più della Lega, il suo competitor principale nel centrodestra, che è nata prima anche se pare ben più giovane. Ovvio, gli ex padani hanno cambiato il leader, le promesse, le parole d' ordine, le facce, mentre Berlusconi è rimasto sempre lo stesso, invecchiando insieme ai suoi slogan. In più, rispetto a Salvini ha la responsabilità di essere stato quattro volte premier; quindi, qualsiasi cosa s' inventi, risulta fatalmente meno credibile. Gli italiani, non a torto, ritengono di averlo già messo alla prova. È un fatto comunque che, anche grazie a Forza Italia, il centrodestra unito abbia vinto tutte le ultime elezioni Amministrative e ora, rarissima congiunzione astrale, governi più Regioni della sinistra. Questo porta molti suoi elettori e parecchi politici di tutti i partiti della coalizione a sperare che Salvini rompa l' alleanza M5S-Lega, porti l' Italia al voto e trionfi con il Cavaliere come alleato. La qual cosa però il leader padano non vuol fare, in quanto al governo preferisce trattare con il molle Di Maio piuttosto che con l' ingombrante Silvio, ritenuto per di più dal ministro dell' Interno un alleato mediaticamente imbarazzante. Matteo punta sul fatto che l' opposizione porti Forza Italia alla consunzione prima che il potere, gestito con gli inconcludenti e dannosi grillini, logori la Lega. Leggi anche: Silvio Berlusconi e la gag dei bicchieri d'acqua Chi vivrà, vedrà, per citare il Capitano del Carroccio, che ha usato la frase in merito alla prossima probabile incriminazione che subirà per non aver fatto sbarcare i profughi della Sea Watch per dodici giorni. Quel che è sicuro però è che Forza Italia, pur con tutti i suoi difetti, si sta dimostrando più resiliente del previsto; d' altronde, non l' ha creata un fesso e, per quanto malconcio, il Cavaliere presso taluni ha ancora fascino. Ma ormai è certo anche che Berlusconi non si farà da parte finché gli resterà un soffio di vita e non solo perché più si è anziani più è duro ritirarsi, essendo impossibile poi reinventarsi. Silvio non è in forma, va in ospedale più spesso di quanto non si creda ma è messo meglio del suo partito e resterà sul campo per due motivi. Il primo è perché è un combattente, il secondo è perché è convinto che, anche se stai perdendo, l' avversario ti sta sovrastando, non hai più gambe né idee e non tocchi palla, finché continui a giocare qualcosa, un miracolo, può sempre succedere e la fortuna può girare. Dal punto di vista razionale pensarlo è una follia, e Berlusconi è tutto tranne che folle; però, sebbene non ci creda, tuttavia spera nel sovraccitato miracolo. Glielo ha insegnato il suo Milan stellare, che alla prima esperienza in Champions, nel novembre del 1988, a mezz' ora dalla fine era in dieci ed eliminato. Poi successe qualcosa di imprevedibile e che non è mai più accaduto; a metà pomeriggio, a Belgrado, scese la nebbia e la partita venne sospesa. Il giorno dopo fu tutto diverso, il Milan vinse, eliminò la Stella Rossa e in primavera conquistò la coppa. Anche tre anni dopo il Milan si giocava la Champions a Marsiglia, e stava ancora perdendo. Poco prima della fine si ruppe un riflettore e Galliani ritirò i giocatori dal campo, confidando in qualche carta bollata anziché nella forza della disperazione. Risultato, l' allora squadra più forte del mondo, campione in carica per il secondo anno consecutivo, perse a tavolino e venne squalificata per un anno dalle coppe. Servì da lezione a tutti. Salvini è forse milanista prima che leghista, ha ben presente la parabola e per questo è il primo a sapere che il Cavaliere non lascerà mai più il campo. di Pietro Senaldi