Il destino

Matteo Salvini, i numeri che umiliano Di Maio: più lo attaccano, più il leghista gode

Gino Coala

A squadernarli così viene il mal di testa. Dai rimborsi per i risparmiatori truffati delle banche alla posizione traballante del ministro dell' Economia Giovanni Tria, passando per i cantieri da sbloccare per finire con le Olimpiadi Milano-Cortina. Senza dimenticare l' immigrazione. C' è l' imbarazzo della scelta. Del resto non c' è giorno senza il suo scontro fra gli alleati di governo. Leggi anche: Sondaggio Pagnoncelli, si mette male: "Di Maio ci ha visto giusto", Volo M5s, così sta "fregando" Salvini I retroscenisti insistono con il ritornello dei «nervi tesi». Possibile, probabile. Però la calma «olimpica» di Salvini, palesata a Milano, e il pragmatismo della Lega, come cifra politica adottata all' interno del governo, o il senso per il buonsenso del vicepremier e la determinazione dei leghisti nell' affrontare l' indecisione dell' alleato a 5 Stelle, narrano un' altra storia. Il Carroccio non va cercando la crisi, non vuole provocarla, ma se capita sa cosa fare. CALMA "OLIMPICA" A metterli in fila così, tutti questi elementi, sembrano punti distanti fra loro, in realtà sono talmente vicini da sovrapporsi, creando l' illusione ottica di un punto solo. Esattamente quello che tiene Salvini, e la Lega, nell' affrontare il confronto dialettico, da molti rubricato come scontro, con i 5 Stelle, in particolare con Luigi Di Maio. Cedere ora alle provocazioni, ragionano all' interno del Carroccio, sarebbe un errore madornale. I sondaggi premiano il partito, le Europee sono alle porte, c' è solo da stare calmi. Anche quando le esternazioni del leader grillino sono evidenti provocazioni. Come quella sull' Olocausto. L' unica risposta di matrice leghista la confeziona il governatore del Veneto Luca Zaia. «Tirare fuori questa cosa è di cattivo gusto, chi tocca un ebreo è come toccasse uno di noi». Evidente la strategia: non cadere nella provocazione. E non solo su quello. Prendiamo il caso Tria. Una situazione delicata, con il presidente del Consiglio che si prende il ruolo di mediatore per abbassare la tensione e il livello dello scontro tra i due vicepremier, Di Maio e Salvini, e il responsabile del Tesoro. «Ha detto che ci pensa Conte, è il nostro presidente del Consiglio, ha la nostra totale fiducia», afferma Salvini a Milano, a margine dell' incontro con il Cio per l' assegnazione delle Olimpiadi, «convoca le associazioni e risolve il problema». Smussare e stemperare. Meno diplomatico sui cantieri. «Bado ai fatti, fatemi lavorare. Io domenica vado a Verona a inaugurare il Vinitaly e vorrei che la Brescia-Verona-Vicenza aprisse i cantieri domani», dice Salvini, «però al ministero delle Infrastrutture ci stanno ragionando. Non vorrei che stessimo ragionando da troppi mesi su troppi cantieri». Toninelli è avvisato. Del resto il leader del Carroccio ha dalla sua l' importante risultato di Parigi. «Dalla Francia ho accettato di buon grado le scuse per gli errori che sono stati commessi ai confini italiani negli scorsi mesi», spiega il ministro dell' Interno, «abbiamo firmato un protocollo che eviterà identici errori fra le due polizie di Stato». Una medaglia sul petto, quella del G7, che Di Maio non può certo mettersi. O rivendicare. Per questo, forse, l' esponente grillino ha provato a cercare una sponda fra gli industriali lombardi. Un' incursione nella tana del lupo, quella del vicepremier pentastellato, dagli scarsi risultati visto che Salvini ha seccamente replicato a Carlo Bonomi. «Assolombarda non avrà mai la sospensione di quota 100», afferma il leader della Lega, «è un mio motivo d' orgoglio lo smontaggio della legge Fornero». GLI INDUSTRIALI Il numero uno degli industriali lombardi, incontrando Di Maio, gli ha chiesto la sospensione di quota 100. Per molti la visita del grillino a Milano, è stata una sorta di captatio benevolentiae in vista delle Europee, sapendo quanto «pesano» i voti di Assolombarda. «È nostro dovere incontrare, ascoltare», replica Salvini, «io sono stato dagli agricoltori, dagli artigiani, dai commercianti, quindi incontrare pezzi di Italia è il nostro dovere. Giusto farlo». Ma è altrettanto giusto mantenere le posizioni. E da quota 100 non si scende. E così con il resto del rosario di giornata di polemiche grilline, vere o presunte. Da Saviano, difeso da Roberto Fico, dal quale Salvini non accetta di essere definito «malavitoso», ai termovalorizzatori «che vanno fatti», passando per gli sbarchi: «Si rifiutano di scendere, auguro loro buon viaggio verso Berlino». Per finire con le Olimpiadi a Milano-Cortina. «C' è l' impegno e la volontà del governo, dei Comuni e delle Regioni, da milanese e italiano ne sono orgoglioso». Un po' meno i 5 Stelle, capaci di far polemica anche sui giochi. Roba da far venire il mal di testa... di Enrico Paoli