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Paolo Becchi mette in guardia Matteo Salvini: "Vuole fare come Renzi. Di Maio? No, da chi deve guardarsi"

Giulio Bucchi
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Alle europee di maggio Matteo Salvini arriva proprio come Matteo Renzi nel 2014. Parola di Paolo Becchi, che intravede un trionfo leghista simile al 40% del Pd ma che al tempo stesso, intervistato da Lospecialegiornale.it, mette in guardia il Capitano.  Leggi anche: "Potrebbe anche finire come Renzi, eppure...". Feltri, il bivio decisivo di Salvini "Solo volando alto può sbaragliare tutti", spiega il professore, puntando cioè a rovesciare l'immagine data dai media ma pure dal Movimento 5 Stelle al voto di maggio: "Vogliono far passare il blocco di Macron e soci come il Rinascimento dell'Europa, e i sovranisti come quelli che vogliono riportare le lancette indietro per tornare agli stati nazionali che si facevano le guerre. Quasi un tentativo antistorico volto a riabilitare esperienze passate come il fascismo e il nazismo. Anche il M5s purtroppo sta portando avanti questa politica di discredito e di denigrazione". Unica contromossa possibile, seguire il "manifesto sovranista" lanciato da Becchi su Libero: "Offrire un programma capace di andare oltre gli slogan e la propaganda. Deve dimostrare di avere un'idea nuova di Europa, un progetto vincente che non si limiti soltanto alla riacquisizione della sovranità". Attenzione, però. Perché "Salvini per forza di cose si troverà ad avere contro tutti. Tutti saranno schierati contro la Lega ad iniziare dai 5Stelle". Ma forse, mette in guardia Becchi, "Salvini, più che di Di Maio, farebbe meglio a preoccuparsi di Giorgia Meloni, che pescherà voti nel suo stesso bacino elettorale con un programma certamente simile, ma comunque competitivo con quello del Carroccio. La Meloni si sta muovendo molto bene e a differenza della Lega non deve nemmeno rendere conto dei limiti dell'attività di governo".

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