L'uomo del Viminale

Luigi Di Maio demolito dal leghista Molteni: "Rom e Casapound? Lui non ha voce in capitolo e non ci dà ordini"

Giulio Bucchi

Alla fine Lega e Movimento 5 Stelle non potevano non suonarsele su Roma. L'amministrazione grillina di Virginia Raggi fa acqua e l'ultimo bubbone è scoppiato a Torre Maura. "La gestione dei rom è stata sbagliatissima. Non si portano settanta persone di notte, in segreto, in un territorio dove c'è tensione sociale". La verità, addirittura banale, è del sottosegretario all'Interno Nicola Molteni, leghista e fidatissimo braccio destro di Matteo Salvini, uomo-macchina al Viminale, che sul Messaggero demolisce l'operato dei 5 Stelle. Leggi anche: Casal Bruciato, la rivolta contro la casa popolare ai rom. E loro denunciano gli italiani A peggiorare le cose è arrivata l'uscita del loro leader, Luigi Di Maio, che ha messo sullo stesso piano lo sgombero dei campi rom e la lotta alle occupazioni abusive, a cominciare da quelle di CasaPound molto attiva a Roma e in prima linea nei quartieri difficili, da Torre Maura all'ultimo caso di scontro a Casal Bruciato. "Di Maio non ha voce in capitolo al Viminale. La priorità va agli immobili pericolanti, quelli sottoposti a provvedimenti dell'autorità giudiziaria e quelli con infiltrazioni della criminalità organizzata. Detto questo, un'occupazione abusiva è un' occupazione abusiva, punto. Ascoltiamo i consigli di tutti ma non prendiamo ordini da nessuno". Giusto per mettere in chiaro i rapporti di forza nel governo.