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Romano Prodi vuole diventare la piccola Greta. Come si è ridotto

Cristina Agostini
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Romano Prodi vorrebbe rinascere biondo, con le trecce e gli occhi azzurri. Tra le varie possibili derive senili, il professore ne ha una tutta sua. Molto curiosa. Potesse, amerebbe una nuova esistenza come Greta Thunberg, la giovane attivista svedese diventata famosa per le sue battaglie ecologiste. Lo chiamavano mortadella. Per sfotterlo. Evidentemente, essere paragonato a un insaccato per tutta la vita, a causa della sua aria rotonda e paciosa, deve averlo stufato. Così adesso l' ex presidente del Consiglio confessa di sognare una reincarnazione vegana. «Beata lei», sospira Romano pensando alla piccola Greta, «ha tante battaglie da fare nella sua vita. C' è un po' un senso di invidia», ammette il fondatore dell' Ulivo. Thunberg «ha risvegliato improvvisamente un' attenzione che nessun altro strumento mediatico avrebbe mai svegliato», spiega Prodi a margine di un convegno organizzato a Roma dal Cnel. «Certamente non può essere lei a decidere ma, secondo me, ha dato un bel contributo. Adesso bisogna tradurlo in finanziamenti, tecnologie». C' è chi vorrebbe essere Cristiano Ronaldo, chi Belen Rodriguez. Prodi si è scelto un avatar più sofisticato. Sicuramente, precisa, non vorrebbe mai vestire i panni di Matteo Salvini. Per il ministro dell' Interno, il professore nutre una antipatia particolare. «La diffusione del populismo deriva dal senso di lontananza. La gente non si sente protetta e il problema del cittadino di fronte alla classe dirigente è quello sentirsi protetto», dice l' ex presidente della Commissione Ue cercando di spiegare l' exploit elettorale leghista. «È chiaro che bisogna avvicinare le strutture europee ai cittadini». L' Europa delle nazioni proposta dal blocco sovranista non lo convince. Gli procura orticaria. «È chiaro che nessuno vuole abolire le nazioni, ma se uno dice l' Europa delle nazioni vuol dire che non c' è l' Europa. Invece, io credo che non dovremo mai essere come gli Stati Uniti d' America», perché quelli europei «sono Paesi con tradizioni diverse, lingue diverse, con una loro storia». Scopo dell' Ue è «mettere assieme tutte le competenze necessarie per sopravvivere nel mondo. Gli obiettivi che i sovranisti si pongono si possono raggiungere solo insieme, solo se si è filoeuropei, e questo è l' assurdo di questa situazione». L' Europa, aggiunge, «rimane un pane mezzo cotto e mezzo crudo, che non piace, ma che è indispensabile per la nostra vita di domani». La Brexit e l' atteggiamento del presidente americano Donald Trump nei confronti dell' Europa, che considera un «concorrente, un avversario», hanno prodotto un «risveglio del sentimento europeo», hanno fatto «capire agli europei che è sempre più necessario mettersi insieme. È un risveglio per costrizione». L' unione è «sempre più necessaria perché due colossi», Usa e Cina, «continuano a crescere». Nel corso del convegno è stato diffuso un sondaggio commissionato dal Cnel. Gli italiani, a sorpresa, si sentono più europeisti di quanto non si possa credere: «Guardano con fiducia al futuro dell' Ue, che considerano un punto riferimento nella ricerca di soluzioni ai problemi dell' economia, del lavoro, del welfare, alla tutela ambientale e dei diritti personali. In particolare, è sentita la necessità di vedere tutelati i diritti alla libertà, alla sicurezza, seguiti dal rispetto della vita privata e familiare e delle libertà di pensiero, coscienza e religione per tutti». di Salvatore Dama

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