Matteo Salvini e la cena coi big leghisti, retroscena: "Scegli, non c'è molto tempo". La mossa che spiazza
Pizza, birra e tanta paura. Dalla cena con i big leghisti Matteo Salvini esce con una sola certezza. "Comunque con Berlusconi non ci torno". A tavola coi vertici del partito, dal governatore veneto Luca Zaia al numero due Giancarlo Giorgetti, sono però riemersi tutti gli interrogativi del Carroccio. A cominciare dal più grosso e difficile rebus da risolvere: quando conviene mollare il Movimento 5 Stelle? Davanti a ministri, capigruppo di Camera e Senato e governatori del Nord nella casa romana del vicepremier, spiega un retroscena del Corriere della Sera, il sottosegretario ha spiegato che di tempo non ce n'è molto: "Non abbiamo mesi davanti, ma settimane". Salvini vuole attendere il risultato delle elezioni europee e predica calma, i notabili leghisti premono per avere una strategia certa già prima del 26 maggio. Leggi anche: "Gli immigrati non ti bastano più". Verso il voto, la toga Nordia spaventa Salvini "Adesso siamo sulla cresta dell'onda, ma c'è il rischio di non portare a compimento i nostri obiettivi", gli fanno notare. Il riferimento è alla crisi economica incombente che nessuno nella Lega vuole nascondere. Proprio perché pesa l'ombra di una manovra lacrime e sangue in autunno, fa notare Giorgetti, le opposizioni fanno il tifo perché il governo vada avanti. Viceversa, "se Salvini decidesse per il voto anticipato - riassume il concetto il Corsera -, prenderebbe tutti d'anticipo e tutti rimarrebbero incastrati negli schemi attuali". Se Salvini deciderà di andare avanti coi 5 Stelle, invece, "emergerebbe qualcosa di nuovo, qualcuno nuovo" nell'altro campo, in grado - è il timore di Giorgetti e Zaia - di mettere in crisi la leadership leghista. Perché in politica "certi momenti rappresentano una grande chance o possono rivelarsi una grande débâcle".