l'inchiesta

Tangenti in Lombardia, 43 arresti: ci sono anche due esponenti di Forza Italia

Cristina Agostini

Ci sono anche gli esponenti di Forza Italia Pietro Tatarella e Fabio Altitonante, rispettivamente candidato alle prossime europee e consigliere regionale in Lombardia, tra le persone destinatarie delle 43 misure cautelari scattate stamattina 7 maggio nell'inchiesta lombarda che vede protagonista due gruppi accusati di corruzione e turbativa d'asta. Tatarella deve rispondere, secondo l'accusa formulata dai pm di Milano, di associazione a delinquere, mentre il collega di partito è accusato di corruzione. Ad essere "parte offesa" nei tentativi di corruzione individuati dai pm antimafia di Milano il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. Il governatore non avrebbe però percepito i tentativi del ras varesino di Forza Italia, Gioacchino Caianiello, come istigazione al reato di corruzione e dunque non avrebbe denunciato il fatto. Nonostante ciò secondo l'accusa Fontana non è considerato parte attiva nella corruzione. Negli scorsi giorni il governatore si è recato a Palazzo di Giustizia di Milano, ma, secondo quanto appreso, non per questioni riguardanti questa indagine, bensì per discutere riguardo al trasferimento a Milano del Tribunale dei brevetti europeo. Leggi anche: "Niente soldi e tanti guai". Vittorio Feltri vuota il sacco: "Chi voleva candidarmi. Ma..." I provvedimenti, 12 in carcere, 16 agli arresti domiciliari, 3 all'obbligo di dimora e 12 all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, sono stati emessi dal gip del Tribunale di Milano Raffaella Mascarino, su richiesta della Procura della Repubblica di Milano, direzione distrettuale Antimafia con il procuratore aggiunto Alessandra Dolci e i sostituti procuratori Silvia Bonardi, Adriano Scudieri e Luigi Furno, al termine delle indagini della compagnia della Guardia di Finanza di Busto Arsizio (Va) e del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Monza. Dalle indagini è emersa l'esistenza di due sodalizi criminali, attivi nelle province di Milano e Varese, costituiti da esponenti politici, amministratori pubblici e imprenditori, accusati di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio e turbata libertà degli incanti, finalizzati alla spartizione e all'aggiudicazione di appalti pubblici. Il reato associativo è stato contestato a 9 delle 95 persone complessivamente indagate. Ulteriori dettagli saranno resi noti nel corso della conferenza stampa prevista per le ore 11 presso la Procura della Repubblica di Milano.