ritorno a tangentopoli

M5s e l'effetto-Davigo sulla magistratura, il ritorno della ghigliottina per Matteo Salvini

Cristina Agostini

Sembra di essere tornati alla campagna elettorale degli anni di Tangentopoli segnata dagli scandali delle mazzette, dalle inchieste, dagli arresti e dagli avvisi di garanzia. Con una magistratura politicamente "interventista" - vedi Piercamillo Davigo - che, come scrive Augusto Minzolini su il Giornale "condivide la stessa filosofia di una movimento giustizialista che questa volta, però, occupa la stanze dei bottoni, si tratti di Palazzo Chigi o del ministero di Giustizia". Nella seconda Repubblica i magistrati hanno "tagliato le ali a molti", da Silvio Berlusconi con l'inchiesta sulle cene di Arcore a Matteo Renzi, con l'indagine su suo padre Tiziano. Ora si registra una "nuova ondata di giustizialismo" che "è ben più preoccupante delle altre". Lo dice anche Dario Franceschini del Pd: "Il network grillini-Davigo era proprio quello che avremmo dovuto evitare. Almeno Magistratura democratica aveva una sua aplomb istituzionale". Rincara Ignazio La Russa: "Davigo è il vero giacobino. Se potesse, rintrodurrebbe l'uso della ghigliottina". Leggi anche: "Dove caz** vuoi andare?". Lo sfogo del big della Lega che svela tutto sul futuro del governo Intanto, dentro Forza Italia, coinvolta nelle inchieste, ci si interroga sul futuro. Dice Mariastella Gelmini: "Il colpo è stato duro, ma dovremmo prendere una posizione forte con la Lega, per riportare Salvini alla realtà. E restare, soprattutto, uniti". Si teme una fuga dal partito del Cav alla Lega: "Tutti si guardano in giro", mormora Osvaldo Napoli, "c'è chi guarda a un Matteo, chi all'altro".