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Otto e Mezzo, Mario Monti e la vergognosa teoria sui sovranisti: sono solo dei frustrati "invidiosi"

Davide Locano
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Ancora lui, ancora Mario Monti. L'ultima lezioncina del Loden tassatore arriva dagli studi di Otto e Mezzo, la trasmissione di Lilli Gruber su La7. Prima rifiuta di parlare di tasse, "non voglio farlo", forse ha una sorta di giustificatissimo senso di colpa. Dunque nicchia su domande piuttosto inquietanti della conduttrice quali: "Servirebbe un altro Monti all'Italia?". Dunque, dimostra tutto il suo disprezzo per il popolo. Non tanto quando la Gruber gli chiede come mai la Lega sia in calo nei sondaggi (e risponde: "Il vero problema è chiedersi come mai prima fosse così alta"), ma quando il discorso si sposta sull'avanzata del sovranismo. Monti ha una teoria tutta sua, piuttosto bizzarra e spocchiosa: per lui, in buona sostanza, è tutta invidia. "Noi stiamo vivendo una delegittimazione delle élite in Italia, le masse le detestano perché non possono entrarci, e così finiscono per rifiutare le competenze", afferma. Insomma, per l'ex premier il gioco è fatto: l'ostilità nei confronti delle élite per lui è dovuta soltanto alla frustrazione di chi non potrà mai entrarci. E non, giusto per fare un esempio, alle responsabilità di chi, come lui, ci ha governato o di chi un Monti ce lo ha imposto, ovvero l'Europa. Leggi anche: "Vuoi i fiori?". Otto e Mezzo, Salvini stende Gruber sui titoli di coda

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