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Matteo Salvini, la vittoria in tutti i 232 colleghi uninominali: perché il leghista deve tornare al voto

Gino Coala
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Matteo Salvini si ritrova ora davanti al più grande dei dilemmi, soprattutto dopo una vittoria così schiacciante come quella incassata alle elezioni Europee. Il leader della Lega deve decidere se portare nel governo tutto il peso del consenso che ormai ha ribaltato, rispetto agli alleati grillini. Oppure cercare la prima occasione utile per far saltare il banco e capitalizzare il risultato delle urne. Leggi anche: Otto e mezzo, Sallusti e il gesto cinico con cui Salvini ha umiliato Di Maio Tutti gli elementi, in base al tempo e alle modalità, ci sarebbero tutte per uno strappo verso il voto anticipato. Anche perché un clima così favorevole non è detto che possa durare ancora a lungo, visto quanto ormai siano volubili le leadership. Lo dimostra la parabola di Matteo Renzi, che dopo il trionfo alle Europee del 2014 con il 40% per il suo Pd è scivolato in un baratro di inesorabili sconfitte. Salvini avrebbe le spalle più che coperte per andare al voto anticipato, anche alla luce dell'ampiezza della sua vittoria. I voti della Lega non si sono concentrati solo nelle grandi città, come quelli del Pd, o al Sud e nelle Isole, come quelli grillini. Se la mappa del voto fosse suddivisa sui 232 collegi uninominali, Salvini risulterebbe vincente in tutti con un aggregazione di centrodestra. Messi insieme, come ricorda il Giornale, Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia valgono il 49,6% di voti. E ormai, con un risultato come quello ottenuto dalla Lega, anche le ritrosie di Silvio Berlusconi a una guida del centrodestra a trazione leghista hanno perso qualsiasi argomento. Insomma, per il leader del Carroccio non c'è mai stato un momento migliore per staccare la spina al governo e tornare alle urne per ottenere una sua vera maggioranza e un gruppo di ministri che la pensino allo stesso modo.

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