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Luigi Di Maio, due vie per far cadere il governo: mossa kamikaze, lascia la Lega e poi sparisce

Davide Locano
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Resa dei conti nel M5s. Nel mirino c'è Luigi Di Maio: certo, il voto sulla piattaforma Rousseau difficilmente gli sarà sfavorevole. Ma il clima è cambiato, l'aria è tesissima, il tracollo alle elezioni Europee è stato troppo pesante. I dissidenti grillini, infatti, ora fanno sentire la loro voce. E per quanto possa sembrare strategicamente improbabile, per quanto possa sembrare una mossa kamikaze per un partito che ha dimezzato nel corso di un anno i consensi, tra i pentastellati starebbe anche prendendo corpo l'idea di interrompere l'opzione di governo con la Lega. Idea che in verità era emersa in un qualche modo anche dalle parole di Di Maio nella conferenza stampa post-elettorale di lunedì, quando secondo diversi osservatori si era capito come la strategia M5s fosse quella di portare la Lega e Matteo Salvini a rompere e, dunque, ad archiviare il governo gialloverde. Leggi anche: Contro Di Maio, una prima pagina brutale A questo punto, resta da capire come e quando l'esecutivo possa collassare. Secondo il Corriere della Sera, Di Maio ha intenzione di affrontare con il Carroccio il nodo relativo a richieste e ministeri, pur senza arrivare a parlare di "rimpasto". Il punto è che i Cinque Stelle però vogliono mettere in chiaro quali siano le competenze: alla Lega il Mef e, forse, anche le deleghe agli Affari europei. Insomma, dopo aver dimostrato di non essere in grado di fronteggiarli, potrebbero offrire alla Lega i temi economici. Più che un'offerta, sembra una trappola. E ancora, già domani potrebbe arrivare la sentenza di colpevolezza contro Edoardo Rixi, viceministro leghista, sul quale i grillini si mostrano intransigenti: se venisse ritenuto colpevole, dicono, deve dimettersi. La Lega e Salvini la pensano all'esatto opposto. Potrebbe dunque anche essere Rixi la "circostanza" che porterà alla fine del governo, ipotesi alla quale come detto ora pensa lo stesso Di Maio.

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