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Giorgia Meloni: "L'imam egiziano dice che è giusto picchiare le donne. Femministe e buonisti che dicono?"

Davide Locano
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Lecito colpire le proprie moglie che si sono dimostrate disobbedienti. Colpire "simbolicamente", aggiunge. La controversa lezione è quella dell'imam Ahmad al Tayeb, sheikh dell'università di Al Azhar del Cairo, uno dei massimi esponenti dell'islam in Egitto. In televisione, il signore, ha infatti aperto alla violenza sulle donne, fornendo la sua interpretazione tradizionalista sulle parole contenute nella Sura delle Donne, quel "battetele" scritto nel Corona al centro di un eterno dibattito nel mondo musulmano. Leggi anche: "FdI, un movimento nuovo": il piano di Giorgia Meloni La notizia delle parole di al Tayeb è stata rilanciata da Arab News: l'altissima autorità sunnita si sarebbe detto favorevole alle "bacchettate", pur precisando che occorre ricorrere alla violenza in maniera simbolica, insomma senza provocare umiliazione e dolore. Non è chiaro, in verità, come sia possibile bacchettare una donna senza umiliarla. E ancora, al Tayeb, ha aggiunto anche che le signore non vanno mai colpite sul viso. Parole inquietanti e che hanno aperto un dibattito nel mondo egiziano. Per inciso l'imam in questione, nel 2016, fu ricevuto in Vaticano da Papa Francesco. Contro le parole di al Tayeb, tra gli altri, si è scagliata anche Giorgia Meloni, su Twitter, dove ha cinguettato: "L'Imam del Cairo Ahmad al Tayed, una delle massime autorità islamiche, spiega in tv: Si può picchiare la moglie disobbediente, ma con delle limitazioni, senza spaccarle le ossa o lasciarle segni permanenti. Aspettiamo i commenti di buonisti e femministe", ha concluso la leader di Fratelli d'Italia. Di seguito, il tweet di Giorgia Meloni: L'Imam del Cairo Ahmad al Tayed, una delle massime autorità islamiche, spiega in TV: “si può picchiare la moglie disobbediente, ma con delle limitazioni, senza spaccarle le ossa o lasciare segni permanenti”. Aspettiamo i commenti di buonisti e femministe. https://t.co/tMf0kQerBl— Giorgia Meloni ن (@GiorgiaMeloni) 11 giugno 2019

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