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Matteo Salvini rivoluziona la Lega: il giro di nomine che fa scattare la rivolta interna

Davide Locano
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Grandi manovre in casa Lega e dintorni. È partito il tesseramento del nuovo Carroccio, nato dalle ceneri di quello nordista. Salvini ieri ha scelto un gazebo di Recco, in Liguria, per lanciare la campagna "diventa leghista anche tu". La novità, rispetto ai decenni precedenti, è che non sembra esserci un divisione tra soci militanti e soci sostenitori. Una distinzione storica all' interno del movimento fondato da Umberto Bossi. Solo i primi, infatti, potevano fare carriera nel partito ed essere candidati. Mentre i secondi potevano solo "sostenere", appunto, le attività del Carroccio, nella speranza che la sezione poi ti promuovesse socio militante. Su questi due binari è sempre viaggiato il treno leghista, fino ad arrivare adesso al 35%, secondo la media degli ultimi sondaggi. Ora si cambia: basterà una tessera per diventare membro attivo del partito. Una rivoluzione per attrarre gente nuova, da Nord a Sud, in vista di eventuali elezioni anticipate. Leggi anche: Far saltare il governo o piegarsi alla Ue? Salvini, dramma politico Una Lega più liquida insomma, anche perché non è detto che il movimento si presenterà da solo al voto. Berlusconi ha proposto una fusione o una federazione, così come Toti, e la sua compagine che debutterà ai primi di luglio, ha in mente di siglare un patto con Matteo. Stesso ritornello in casa Musumeci. «Noi vogliamo essere l' elemento di novità per intercettare questi milioni di meridionali che hanno bisogno di essere rappresentati. Decideremo fra qualche mese se costituire una federazione o un' alleanza con la Lega», ha spiegato ieri il presidente della Sicilia durante la convention a Palermo di "Diventerà Bellissima", cioè il listone dello stesso Musumeci. I cambiamenti tuttavia portano con sé spesso malumori o incomprensioni. Capita infatti che l' ala veneta del Carroccio, che alle ultime Europee ha raccolto quasi il 50% dei consensi, non abbia digerito il fatto che scarseggiano i veneti nella commissione che dovrà redigere il nuovo statuto. E pure la scelta del commissario regionale pare non fosse in sintonia con i dediserata di Zaia. Il nervosismo maggiore è comunque su un altro tema: l' autonomia. Salvini si è impegnato a far partire l' iter entro l' estate. E la stagione calda inizia il 21 giugno. Pochi giorni alla scadenza, dunque, anche se non molti credono che la riforma regionalista riuscirà a essere licenziata dal Consiglio dei ministri entro venerdì. Anche perché al governo sta per scoppiare un' altra grana. Stavolta sulla giustizia. Lo scandalo Csm ha spinto Bonafede e Bongiorno a fissare un vertice per studiare una riforma. Al tavolo parteciperà anche Conte. Il problema però è che i progetti dei due partiti di maggioranza sono opposti: garantisti (salviniani) contro giustizialisti (grillini). La Lega vorrebbe porre dei limiti ai tempi dei processi e non digerisce il progetto dei Cinque Stelle di abrogare la prescrizione. Pure sulle intercettazioni le posizioni dei due alleati di governo sono apertamente distanti. Il ministro Bongiorno e il vicepremier Salvini intendono frenarne la divulgazione. Proprio parlando del caos nel Csm, il "capitano" ha definito «incivile» il fatto di poter «leggere sui giornali intercettazioni che non hanno rilievo penale». Opposta la posizione del M5S, che ha pubblicato un post dal titolo esplicativo: «Giornalisti pubblicate tutto», perché «paghiamo i consiglieri del Csm affinché si occupino dei tanti problemi della giustizia». Nel contratto di governo contratto si prevede comunque «una revisione del sistema di elezione» per «rimuovere le attuali logiche spartitorie e correntizie». Intanto Salvini sfida la Ue e insiste sulle tasse: «Ridurle è un nostro impegno e un nostro diritto, anzi un nostro dovere. Nessuno potrà impedirci di ridurre le tasse agli italiani». E un settimanale tedesco risponde con una copertina che sputtana Matteo e l' Italia. No problem, lui oggi parte per Washington. (G.Z.)

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