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Carlo Calenda e Matteo Richetti tentano di tenere saldo il Pd: "Siamo Europei può diventare un partito"

Caterina Spinelli
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Carlo Calenda e Matteo Richetti le provano tutte per tenere incollato il Pd, anche quella di fondare qualcosa di nuovo. La scelta di Nicola Zingaretti di escludere dalla segreteria la componente renziana, non ha giovato al partito. "Non replicare agli attacchi, non dar corda alla polemica" ripeteva senza alcun esito positivo, mentre - riporta Il Corriere della Sera - Calenda sbuffava: "Mi vergogno di aver chiesto voti per un partito diviso" e poi ancora : "Che palle 'sto partito!". Così è Richetti - su Twitter - a dover dare una svegliata all'ex ministro: "Scusa, ma cosa stiamo aspettando ancora?", facendo capire che i tempi sono maturi per costruire qualcosa di nuovo: "Siamo Europei può diventare un partito". Leggi anche: Ascani, l'attacco brutale al Pd di Zingaretti È un momento difficilissimo, insomma, per il Pd che ha dovuto fare i conti con l'autosospensione di Luca Lotti - l'ex ministro renziano coinvolto nelle intercettazioni sullo scandalo procure - che la Boschi ha difeso a scapito dei colleghi: "Le sue dimissioni non erano scontate, ma ha ricevuto più critiche da noi che dagli avversari". Decisamente più duro il commento di Ettore Rosato: "La nuova segreteria Pd è scelta legittima di Zingaretti, che l'ha costruita a immagine del partito che vuole. Se partiamo dal principio che la politica richiede leadership, io dico che di leadership in giro se ne vedono tante, ma di quelle che muovono il Paese ne ho vista una...". In questo clima di scontro - spiega il quotidiano di Luciano Fontana - ci prova Calenda a far uscire il partito dalle secche: "Se una componente si sente esclusa potremmo valutare un governo ombra per marcare a uomo i ministri. Persone come Renzi, Morani, Giachetti, Minniti, Nannicini potrebbero farne parte. Che ne dite? Abbiamo bisogno di allargarci, anche a personalità esterne". 

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