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Silvio Berlusconi, il sondaggista Fabrizio Masia: "Il cambio con Toti al vertice è funzionale a Forza Italia"

Caterina Spinelli
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Al tavolo con Fabrizio Masia, che consegna in esclusiva a Libero il sondaggio sul futuro di Forza Italia, con o senza Berlusconi, le chance del neo coordinatore azzurro Giovanni Toti di prendere in mano un domani le redini del partito e l' effettivo valore di un soggetto politico moderato. Secondo il direttore generale e socio dell' istituto demoscopico EMG Acqua, Berlusconi ha azzeccato un' altra volta la mossa e il governatore della Liguria si è giocato bene la partita. Forza Italia è data intorno all' 8%, in discesa, mentre lo spazio per un partito moderato di centrodestra è stimato intorno al 12%, quindi il cambio al vertice è funzionale a fermare l' emorragia rapida di consensi, che in breve tempo avrebbe portato alla consunzione degli azzurri, e propedeutico a un tentativo di rilancio che avrebbe terreno fertile presso l' opinione pubblica. Con la cooptazione di Toti, Berlusconi ha evitato che Forza Italia si spezzasse, perdendo ulteriormente quota, e ha trasformato la partita da lotta per la sopravvivenza in battaglia per il rilancio. Anche il governatore ligure ha tutto da guadagnare dal mancato distacco. Se resta in Forza Italia, è il candidato più autorevole alla successione del Cavaliere e non è detto che raccolga solo macerie. Un elettore di centrodestra su due ritiene infatti che gli azzurri possano sopravvivere a Silvio e, fra chi la pensa così, il governatore ligure ha il gradimento più alto tra i pretendenti a raccogliere il testimone, arrivando a doppiare il secondo, l' attuale vicepresidente azzurro Tajani. La forza di Toti peraltro può essere puntellata da Mara Carfagna, assai gradita al Sud, e da Mariastella Gelmini, capace di parlare al Nord e alle imprese. UNO SPAZIO PER I MODERATI La conversazione si allarga all' intero scenario politico. Quanto durerà Salvini? E gli conviene andare al voto o attendere? Sono le domande che si fanno tutti gli italiani. La teoria del consenso secondo Masia è semplice. Tre sono gli ingredienti del successo: reale, immaginario e simbolico, e il leader leghista ce li ha tutti. Ha mandato gli italiani in pensione e fermato l' immigrazione, come aveva promesso, quindi sul primo punto è difficilmente attaccabile; o meglio, le critiche dei suoi rivali non riescono ad arrivare agli elettori comuni. Neppure gli manca la capacità evocativa. Per questo, dopo quello della sicurezza e dei profughi, ha aperto il fronte del calo della pressione fiscale. Questa è una battaglia fondamentale per il ministro dell' Interno. Se riesce a farla scendere anche solo un po', secondo il direttore di EMG Acqua per dieci anni nessuno riuscirà a scalzarlo. Infine il simbolismo. Salvini ha dato dignità, forza e compattezza all' elettore di destra. Lo ha fatto sfidando molti luoghi comuni e attraverso una comunicazione studiata scientificamente, di altissimo livello. Vale la pena qui approfondire i misteri del consenso. Il leader leghista gestisce i social alla perfezione, ma non si accontenta delle piazze virtuali. Coltiva il contatto fisico con la gente, che incontra ogni settimana, con comizi in tutte le città, sottoponendosi a interminabili sedute di selfie. La sua forza è nell' approccio, completamente diverso da quello di Renzi in particolare e della sinistra in generale. Infatti il leghista dà l' impressione di godere dell' abbraccio della piazza, esattamente come l' ex premier fiorentino trasmetteva di preferire agli elettori i salotti e i summit internazionali. Per questo, secondo Masia, difficilmente Salvini verrà a uggia ai cittadini come invece è capitato all' altro Matteo. Infine l' uso della televisione, dove il ministro dell' Interno è più bravo degli altri perché utilizza un linguaggio diretto, forte e scarno. Dialoga con la pancia dell' elettore ma arriva alla testa con più efficacia di quanto non facciano i ragionamenti dell' opposizione. LA TEMPISTICA Quando far cadere il governo allora? L' importante è su che cosa, visto che gli italiani normalmente puniscono chi li porta a votare anzitempo. Secondo Masia le tasse sarebbero però un tema spendibile per rompere. La gente capirebbe. Mi hai tolto gli immigrati, mi hai mandato in pensione, ora vuoi tagliarmi le tasse ma non te lo fanno fare, quindi stacchi la spina. La risposta dell' elettorato potrebbe essere positiva. La questione è come presentarsi. Solo con la Lega o in un' alleanza allargata a tutto il centrodestra, specie ora che Forza Italia ha rafforzato la propria componente filo-leghista con la promozione di Toti? La corsa solitaria è possibile, perché la Lega trionferebbe in quasi tutti i collegi del Nord e in un numero rilevante di quelli del Centro. Al Sud la sfida è aperta, ma anche da lì qualcosa potrebbe arrivare. Per il direttore di EMG Acqua però l' operazione presenta dei rischi, e potrebbe non valere la candela, visto che un centrodestra unito avrebbe maggiori possibilità di vittoria. D' altronde, è il ragionamento conclusivo, in Italia la sinistra non ha mai vinto. O meglio, lo ha fatto solo due volte, con Prodi, che più che di sinistra era un democristiano, e comunque l' ha sempre spuntata per il rotto della cuffia. E i grillini, trionfatori nel 2018? Non è vero che sono tutti di sinistra: allora vinsero la protesta e la voglia di rottura. di Pietro Senaldi

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