Questione di poltrona

Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti, gelo e sospetti: "Nella Lega c'è chi dice che l'uscita sui minibot..."

Giulio Bucchi

Il retroscena del Messaggero su Matteo Salvini parla di "gelo". Quello del Corriere della Sera di "sospetti dentro la Lega". Di sicuro l'uscita di Giancarlo Giorgetti sui mini-Bot, una clamorosa stroncatura delle ipotesi portate avanti dagli economisti del Carroccio (cioè il suo partito) Claudio Borghi e Alberto Bagnai è stata una bomba fatta esplodere non solo nel campo del governo, ma nel campo stesso del partito. Il sottosegretario, insieme ai governatori Fontana e Zaia, rappresenterebbe al meglio l'ala ortodossa, più in linea con Mario Draghi, Bruxelles, le esigenze di governo, contro gli "stravaganti" dalle tentazioni euroscettiche. Peraltro, e qui è la grana maggiore, lo stesso Salvini si era convinto dell'utilità dei minibot, tanto da insistere per inserirli nel contratto di governo. Leggi anche: "Meglio la procedura Ue che l'aumento dell'Iva". Borghi d'acciaio, altra sfida a Giorgetti Secondo il Corsera, "nel pacchetto di mischia che difende lo strumento dei mini-Bot c'è chi maliziosamente lega la stroncatura" di Giorgetti "alla voglia di accreditarsi in Europa come possibile commissario". E insieme a Borghi, anche Antonio Maria Rinaldi, altro economista "eretico" e neo-eurodeputato leghista, assicura: "Qualcuno ha una bacchetta magica per trovare 53 miliardi di euro? Bene, allora sono favorevole anche io alla bacchetta magica. Ma se questa bacchetta magica non c'è, e non ci sono altri strumenti, allora ci servono i mini-Bot. Ne ho parlato tantissime volte con Salvini, la linea è quella".