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Alessandro Di Battista, veline M5s: soldi, la più grave delle accuse

Caterina Spinelli
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Alessandro Di Battista è come fumo negli occhi per (parte) del Movimento 5 Stelle. Il libro Politicamente scorretto (dai contenuti critici nei confronti dei pentastellati) da lui pubblicato ha generato il dissenso di gran parte dei grillini. Per primo si è infuriato Luigi Di Maio che non ha gradito la designazione di "burocrati rinchiusi 18 ore al giorno nei ministeri" e che ha replicato paragonando Dibba - sempre secondo virgolettati mai smentiti - a D'Alema. I botta e risposta - riferisce Il Giornale - non sono finiti: "O sta dentro o sta fuori", è stata una delle tante minacce giunte all'ex deputato. Ma a prendersela con Di Battista anche i parlamentari, ancora in stragrande maggioranza fedeli al capo politico. Leggi anche: Fico contro Di Maio: "I Cinque Stelle finiranno" Dopo la risposta pubblica di Di Maio su Facebook, sono piombati sulle scrivanie dei giornali alcuni lanci d'agenzia in cui si raccoglievano confidenze di deputati e senatori infastiditi dal vicepremier. Prima c'era stato l'attacco di chi ha detto "sfrutta il M5s per fare soldi". Poi - prosegue Il Giornale - è stata rincarata la dose nella chat dei parlamentari: "Alla Camera non vogliono più sentire parlare di lui", "Non vogliamo più vederlo dentro questo Palazzo". E ancora: "Sta facendo tutto questo per sé, per il suo libro e per fare le scarpe a Di Maio". Tutti o quasi dalla parte dell'attuale leader insomma. Anche perché, riflettono i parlamentari, "Di Maio è stato confermato come capo politico". Dunque, il sogno di Dibba - ammesso esplicitamente all'interno del mutevole ventre dei gruppi di Camera e Senato - di correre da premier e leader de facto dei grillini sembra ancora più lontano.

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