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Sea Watch, perché non è ancora finita. E Salvini sfida la Ue: "Non li riconosco"

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Maria Pezzi
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"Le autorità italiane sono appena salite a bordo della Sea Watch 3 impedendoci di attraccare al porto sicuro di Lampedusa. Hanno controllato la nave e i passaporti dell'equipaggio e ora attendono istruzioni dai superiori. Io spero che facciano scendere presto i migranti soccorsi". Sono le parole di Carola Rackete, comandante della Sea Watch, in un video postato dalla Ong. Sono ore drammatiche a largo di Lampedusa.  Una motovedetta della Guardia di Finanza ha intimato l'alt alla nave che trasporta migranti, entrata nelle acque italiane poco prima delle 14. La nave non si è fermata ma ha proseguito dritto.  A tre miglia dal porto di Lampedusa si è fermata e due motovedette della Finanza e guardia costiera si sono avvicinate e le autorità sono salite a bordo. Matteo Salvini si è detto pronto a non riconoscere i migranti. "Siamo pronti a non identificare più i migranti che arrivano in Italia", ha detto, "così saranno liberi di andare dove meglio credono, a Mikonos o Ibiza. Non vorrei essere costretto a violare la normativa europea. Sulla Sea Watch c'è un'evidente flagranza di reato. Cosa si aspetta ad emettere un ordine d'arresto?". Intanto il Consiglio d'Europa si è pronunciato: "Nell'attuale situazione si dovrebbe dare il permesso alla Sea Watch di far sbarcare le persone senza conseguenze per il capitano, l'equipaggio e l'armatore", ha detto Dunja Mijatovic, commissario ai diritti umani. Mijatovic si è poi impegnata a "sollecitare gli altri Stati a prendersi le loro responsabilità" affinché l'Italia non venga lasciata sola "a gestire le operazioni di salvataggio e accoglienza" dei migranti. Per approfondire leggi anche: Matteo Salvini inchioda Carola Rackete Update from our captain #CarolaRackete on the bridge of #SeaWatch3.#IoStoConCarola #fateliscendere pic.twitter.com/Y7F0dAKeR2— Sea-Watch International (@seawatch_intl) 26 giugno 2019

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