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Luigi Di Maio contro Atlantia: "Decotta, stia fuori da Alitalia". Ira Benetton: "Pronti ad azioni legali"

Giulio Bucchi
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L'ha combinata grossa, Luigi Di Maio, scatenando su Alitalia la rappresaglia di Atlantia e la reazione, piuttosto nervosa, anche dell'alleato Matteo Salvini. Secondo il ministro dello Sviluppo e leader M5s, la concessionaria autostradale interessata alla compagnia aerea nazionale "è decotta e non può essere coinvolta" nella partita. Parole pronunciate a Borsa aperta con inevitabili ripercussioni sul titolo del gruppo controllato dalla famiglia Benetton e travolto, un anno fa, dal dramma del crollo del ponte Morandi a Genova con tanto di minacciata revoca della concessione da parte dei 5 Stelle.  Leggi anche: "Perché Salvini protegge sempre Di Maio". A Roma gira una brutta voce (per Matteo) "Se abbiamo detto a Genova che revocavamo le concessioni autostradali, il giorno in cui in maniera coerente lo faremo quell'azienda perderà valore in Borsa - ha spiegato Di Maio -. Se li mettiamo dentro Alitalia, faranno perdere valore anche agli aerei". A stretto giro arriva la replica della società che parla di "grave danno reputazionale" e di "dichiarazioni che perturbano l'andamento del titolo", tanto da "riservarsi di attivare ogni azione e iniziativa legale a tutela". "I Benetton sono stati più veloci oggi a rispondere al sottoscritto (minacciando azioni legali) che a chiedere scusa ai familiari delle vittime" di Genova, rintuzza Di Maio. Ma Salvini lo bacchetta: "Ci sono dei problemi giudiziari. Chi ha dei morti sulla coscienza paga e pagherà, io non faccio il giudice. Poi ci sono aziende che danno migliaia di posti di lavoro e prima di dire sono decotte bisogna pensare che ci sono in ballo migliaia di posti di lavoro. Sul lavoro non si scherza, chi sbaglia paga ma non devono andarci di mezzo i lavoratori per gli errori dei vertici".

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